L’ira dei sindacati trentini: «Scandaloso aumentare i compensi di sindaci e assessori nel bel mezzo della crisi energetica»
Cgil, Cisl e Uil: «L’ennesimo schiaffo a pensionati e lavoratori» (foto Ansa)
TRENTO. Sindacati in campo contro gli aumenti di stipendio per sindaci e assessori comunali. "Mentre l'inflazione in Trentino ha superato il 10%, mentre il 35% dei contratti collettivi sono scaduti e non ancora rinnovati, mentre si annunciano aumenti del costi energetici che su una famiglia media determineranno spese aggiuntive nell'ordine di 2.500 euro annui, mentre fin da questo trimestre è previsto un forte rallentamento dell'economia che rischia di ridurre i posti di lavoro, mentre registriamo i primi segnali di aumento della cassa integrazione che in alcuni casi dimezza i redditi dei lavoratori, mentre i Comuni annunciano aumenti delle tariffe dei servizi pubblici nell'ordine del 5% mettendo ulteriormente in crisi le famiglie a partire da quelle più fragili, leggiamo che sindaci e assessori comunali riceveranno aumenti di stipendio che graveranno sui bilanci comunali per 6 milioni di euro nei prossimi due anni, aumentando così ancora i costi della politica”, si legge in una nota.
“Dopo lo scandalo degli aumenti delle indennità dei consiglieri provinciali che grazie al presidente Fugatti sono stati sbloccati e agganciati all'inflazione, riesumando la scala mobile ma non per lavoratori e pensionati, bensì solo per i politici, ora tocca ai primi cittadini e ai loro assessori garantirsi lauti aumenti tra il 18% e il 47% annui (in media più di 6.000 euro annui a testa) entrando di diritto anche loro nella casta dei privilegiati che si fanno beffe dei comuni cittadini, dei pensionati e delle pensionate, delle lavoratrici e dei lavoratori. Per i quali nel 2023 le previsioni sono di aumenti medi contrattuali del 3%. Il confronto è impietoso.
E se tutto questo non bastasse ricordiamo anche ai sindaci arriveranno a breve i 180 euro di sconti in bolletta per far fronte al caro energia. Peccato che solo in questo saranno trattati come tutti i comuni mortali, perché per il resto, nel bel mezzo di una crisi economica e sociale che dovrebbe chiamare ad un maggiore senso di responsabilità proprio gli amministratori pubblici, avranno il privilegio di cumulare il bonus bollette con un aumenti retributivi scandalosi per i tempi che viviamo.
Ai vertici della Regione, al presidente Fugatti e all'assessore Ossanna, autori di questo scempio, chiediamo di tornare immediatamente sui propri passi e bloccare questi aumenti che allontanano ancora di più i cittadini dalla politica. A meno che l'obiettivo non sia invece quello di alimentare l'astensionismo che il 25 settembre ha raggiunto la cifra record del 31% e la rabbia sociale.
Noi non ci stiamo. Si tratta dell'ennesimo inaccettabile schiaffo alle lavoratrici e ai lavoratori".