turismo

L’estate costa cara? Si va in Albania

Fra Croazia e Grecia, ha un mare stupendo. La titolare dell’agenzia viaggi Bolgia conferma: «Meravigliosa, ma non è così economica»


di Jacopo Strapparava


TRENTO. L'Albania, quest'anno, è di modissima. Sarà che da noi ti spennano. Sarà che Puglia, Sicilia, Sardegna hanno registrato aumenti fuori di testa. Sarà che pure la Croazia, per qualche lustro meta prediletta del parsimonioso vacanziero trentino, ormai ha adottato l'euro e i prezzi si sono uniformati.

Pare di vederle, le famigliole che aspettano l'estate. «Rimini? Ma il mare è così brutto!». «Olbia? Non ho mica vinto alla lotteria!». Poi, d'improvviso, l'illuminazione. Il marito, dopo una serie di calcoli astrusi sulla parità del prezzo di acquisto, fa la proposta: «E se andassimo in Albania? Sono ancora abbastanza poveri, il mio stipendio lì vale il doppio...». «Ma sei sicuro, caro? Come sarà l'Albania?». «Non ne ho idea. Ma è messa lì tra la Croazia, che è bellissima, e la Grecia, che è bellissima. Come vuoi che sia?».

L'idea ha una sua logica. Lo si era già proposto anche noi, agli amici, anni fa, in tempi non sospetti. «Andiamo in vacanza in Albania?». La risposta era stata: «E perché non in Afghanistan?», e l'entusiasmo era morto lì. Ma siamo nel 2023, i pregiudizi devono cadere. «L'Albania? Tutto vero, è in gran voga» conferma Luciana Bolgia, titolare dell'omonima agenzia viaggi, sede all'angolo tra piazza Dante e via Torre Verde. «Un Paese molto interessante. C'è il mare, che è stupendo. Ma offre tanto anche dal punto di vista artistico, storico e archeologico. Le rovine dell'antica Butrinto, magnifiche. E non dimentichiamo che i nostri alpini hanno combattuto in Albania». Quanto al vantaggio per il portafogli, la signora ridimensiona le nostre aspettative. «Economica? Mah! Diciamo che ce la vendono così. Ancora nel 2019 un tour tra le bellezze albanesi veniva sugli 8-900 euro. Oggi siamo intorno ai 1200. Certo, sempre meno che in Puglia, Sicilia e Sardegna, dove i prezzi sono aumentati del 20%. In Albania sono ancora convenienti, ma hanno iniziato a farsi furbi anche lì».

Un fatto che, ahimè, si ripercuote anche sulle località più ricercate. «Sono come eravamo noi negli anni 50. A Saranda c'è stata una speculazione edilizia terribile, ora sembra di essere a Rimini. C'è una spiaggia bellissima, che chiamano le Maldive. Ci hanno costrutito dietro un palazzone che sembra le Vele di Scampia». «Ci torno il 6 settembre, un tour di 50 persone» aggiunge la signora Luciana. Per lavoro, ultimamente è stata anche negli Stati Uniti («Ho fatto California e parchi»), in Galles e in Armenia. «Sicuramente, la gente preferisce andare all'estero perché in proporzione spende meno. Negli ultimi anni abbiamo avuto il boom delle cose italiane, ma è stata una tendenza distorta, perché finché c'è stata la pandemia non si poteva o non si voleva espatriare».

Ora siamo tornati alla normalità. «Le mete più gettonate sono quelle classiche. La Spagna. Le Baleari. Le Canarie, che una volta si vendevano perlopiù d'inverno. Per i più giovani, la Costa Brava e la Costa del Sol. Ma poi la Grecia, che va sempre molto bene. E tira ancora molto l'Egitto». Si credeva che negli ultimi anni, per via del trambusto politico che si incontra da quelle parti, la gente aveva smesso di andarci. «Invece non ha mai perso appeal. Anzi. Tengono sia le vacanze di puro relax, sul Mar Rosso, sia le crociere sul Nilo. Abbiamo telefonato proprio qualche giorno fa per uno dei nostri tour. Ed era tutto strapieno».













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