L’Aquila di San Venceslao a Günther Platter: «Il futuro è l’Euregio, la nostra patria comune»
L’onorificenza consegnata al capitano del Tirolo nel corso della cerimonia clou del 50esimo anniversario del Secondo Statuto (foto Pat / Daniele Panato)
TRENTO. Per crescere e per mantenersi all’altezza dei tempi e delle sfide, l’Autonomia ha bisogno di essere percepita come patrimonio comune. Il percorso di riscoperta identitaria ha portato frutti molto importanti in questo mezzo secolo, ma oggi va aggiornato e adeguato alle sfide che il Trentino è chiamato ad affrontare. Lo ha evidenziato Maurizio Fugatti, presidente della Provincia autonoma di Trento, intervenuto al Teatro Sociale di Trento per la cerimonia clou del 50esimo anniversario del Secondo Statuto di Autonomia delle Province autonome di Trento e Bolzano.
Un appuntamento importante - allietato dai canti del Coro della Sat - nel corso del quale è stata assegnata l’onorificenza dell’Aquila di San Venceslao al capitano del Tirolo Günther Platter, per mettere in luce l’importante collaborazione tra i territori che compongono l’Euregio.
Come ha ricordato il presidente della Provincia, un pezzo importante dell’identità trentina si gioca proprio in relazione al presente e al futuro dell’Euregio: uno straordinario spazio per contare di più in Europa e per far valere gli interessi e le legittime aspirazioni delle popolazioni che qui vivono.
Fugatti ha evidenziato come Günther Platter, nel corso del suo lungo impegno politico e istituzionale, sia stato non solo interlocutore privilegiato e alleato, ma anche amico del Trentino e della sua autonomia. Sotto la sua presidenza di turno, lo scorso 2021, l’Euregio ha vissuto un’importante riforma con il rinnovo dei suoi atti costitutivi e ha promosso il coinvolgimento sempre maggiore della cittadinanza e dei territori. Grazie all’impegno di Platter, l’Euregio è diventato più forte, autorevole e utile agli interessi generali di Trentino, Alto Adige e Tirolo. “Si è dimostrato attento e rispettoso nei confronti del Trentino, della sua collocazione geografica e culturale. Ha sottolineato i tratti importanti di storia comune, che rinviano alla comune appartenenza al Tirolo storico, ma non ha mancato di evidenziare quanto la collaborazione e la cooperazione tra territori siano il frutto dell’incontro tra diverse identità, culture e visioni. Le stesse che costituiscono i presupposti dello stare insieme, del lavorare in una Regione Europea. Le stesse che sono alla base della convivenza e che sono, in ultima istanza, fondamento della nostra autonomia speciale” sono le motivazioni dell’onorificenza di cui ha dato lettura il presidente.
Nel corso del suo intervento, Platter ha parlato dei tanti progetti comuni promossi nel corso degli anni, che spaziano dal tunnel di base del Brennero che guarda allo sviluppo dei tre territori, fino alla formazione dei giovani. “L’Euregio è una patria comune e rappresenta il futuro delle nostre comunità. L’obiettivo è quello di continuare a coinvolgere le cittadine ed i cittadini dell’Euregio, oltre ai Comuni, affinché contribuiscano alla crescita territoriale con le loro idee. Insieme possiamo consolidare e accrescere il nostro benessere, continuando ad affrontare sfide importanti, come abbiamo fatto nel corso della pandemia, mentre ora ci stiamo confrontando su temi quali inflazione e crisi energetica che stanno creando una situazione di incertezza”.
Alla cerimonia hanno preso parte tanti cittadini, oltre a rappresentanti delle istituzioni con - tra gli altri - il commissario del Governo, Gianfranco Bernabei, il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, il presidente del Consiglio provinciale di Trento e numerosi sindaci rappresentati dal presidente del Consorzio dei Comuni trentini, oltre al direttore generale del Museo Storico del Trentino, Giuseppe Ferrandi, ai rappresentanti delle categorie economiche e ai sindacati.
Secondo il presidente della Provincia autonoma di Trento, questi cinquant’anni vanno festeggiati e riconosciuti nella loro straordinaria valenza, perché l’esercizio responsabile dell’autonomia ha consentito di trasformare il Trentino, contribuendo in modo sostanziale allo sviluppo e alla crescita della società e dell’economia locali. L’identità che va riscoperta e rilanciata deriva dalla collocazione geografica e territoriale del Trentino, che si è sviluppato lungo il “corridoio del Brennero” e anche le valli laterali sono caratterizzate dalla comunanza di interessi e di visioni con gli altri Land che vivono questa stessa dimensione.
Le parole chiave più significative scelte per questo straordinario traguardo sono identità e territorio. Elementi che meritano di essere parte integrante dell’educazione e della formazione della cittadinanza. Perché l’autonomia si rafforza nella misura in cui si fonda su presupposti solidi e condivisi. Secondo il presidente della Provincia, infatti, non vi è autonomia che non abbia come fondamento la consapevolezza di una comunità. Un’identità che non è caratterizzata dalla chiusura e dall’autoreferenzialità, ma il risultato di una storia millenaria caratterizzata dall’essere “terra di mezzo”. È dunque necessario proseguire lungo il percorso di riscoperta identitaria, che ha portato frutti molto importanti in questo mezzo secolo e che oggi va aggiornato e adeguato alle sfide che abbiamo di fronte.
Connesso al tema dell’identità, c’è naturalmente la dimensione del territorio. Un territorio alpino, le cui caratteristiche specifiche hanno favorito la nascita e lo sviluppo della cooperazione, del mutualismo, delle forme diffuse di volontariato e una capacità di “difesa” messa in campo da un efficiente sistema di protezione civile.
Ora è necessario trasformare questo patrimonio comune in stimolo per fare meglio, per affrontare le sfide future che attendono il nostro territorio.