L’appello: “Rsa aperte ai parenti, il progetto sia esteso a tutte le strutture nel più breve tempo possibile”
Lettera del comitato Rsa Unite all’assessora Segnana e al direttore dell’Apss Benetollo: “No alle polemiche, sostegno alla Provincia”
TRENTO. Il comitato “Rsa_Unite”, che raccoglie rappresentanze di circa 40 delle RsaApsp del Trentino, ha inviato una lettera all’assessora provinciale alla Sanità, Stefania Segnana, al direttore generale dell’Azienda sanitaria, Pier Paolo Benetollo e alle Amministrazioni di tutte le Rsa del Trentino al fine di ottenere un ripristino in forma adeguata delle visite ai parenti all’interno delle strutture assistenziali.
I firmatari della lettera richiamano l’attenzione sulle recenti vicissitudini che hanno viste coinvolte alcune delle Rsa trentine, nelle quali viene concesso da alcuni giorni l’accesso ai familiari in maniera quasi normale, “seppur” – dicono – “in maniera ancor molto limitata nel tempo, nello spazio e nelle modalità”.
Chiedono che il modello di apertura adottato dal cosiddetto “progetto sperimentale” possa essere messo in atto da tutte le strutture della Provincia “in ragione di uguaglianza” e “nel più breve tempo possibile”, auspicando sia il primo passo verso incontri a cadenza giornaliera e di ampia durata. Chiedono inoltre di poter sfruttare gli ampi spazi all’aria aperta, e che vengano concesse visite anche all’interno delle zone di degenza per i casi di persone allettate o quelle il cui deficit cognitivo risulti significativamente compromesso. Tutto nel rispetto delle comuni regole sanitarie e con l’uso degli appropriati Dpi.
“Da alcune settimane è terminata la campagna vaccinale all’interno delle strutture e, con la somministrazione dei vaccini, si è garantita la messa in sicurezza sia dei degenti, sia dei residenti, sia del personale […], raggiungendo così la cosiddetta immunità di gregge, da lungo tempo attesa” –scrivono– “Sono venuti dunque a cadere tutti presupposti per continuare a privare gli anziani dei loro più cari affetti”. “Alcuni Direttori Sanitari” – si continua a leggere – “si sono detti favorevoli […] alle recenti iniziative di apertura parziale, e si sono resi disponibili ad un miglioramento ulteriore, per rendere normali tali visite”, aperture da lungo tempo promosse dallo scrivente comitato, con il sostegno degli Ordini Sanitari della provincia.
“I familiari sono stremati nel sapere i propri cari lasciati senza i propri affetti” – dicono a latere della lettera inviata – “Da un anno si aspettava il momento della vaccinazione perché si contava avrebbe potuto restituire la possibilità di rivedere e passare del tempo con i propri parenti”. Le stesse dichiarazioni del direttore generale del dipartimento alla salute Ruscitti riaffermano la bassa probabilità che gli ospiti vaccinati delle RSA si possano ammalare e che il rischio maggiore sarebbe per i familiari, se i loro percorsi si incrociassero all’interno della struttura.
La lettera contiene anche alcune proposte in vista delle settimane a venire, quando i livelli di vaccinazione sul territorio aumenteranno al fronte della vaccinazione di massa, chiedendo di poter valutare la possibilità di vaccinare un parente per ospite e che le visite in presenza possano essere ulteriormente agevolate per quei parenti già vaccinati – ad esempio coniugi anziani ed altre categorie che riceveranno il vaccino. Il comitato infine, dissociandosi dalle recenti polemiche sulla stampa, richiama la propria collaborazione già offerta all’assessorato sui temi sopra esposti e si propone disponibile alla collaborazione sui temi relativi alla socio-assistenzialità nelle Rsa, auspicando al riordino delle competenze e delle responsabilità in materia.