L’allarme di Confesercenti: «Le microimprese trentine rischiano di essere escluse dal Pnrr»
Peterlana: «9 aziende su 10 hanno meno di 10 addetti e per i bandi servono professionisti, project manager che le piccole imprese non hanno e che la Provincia non ha da mettere a disposizione». Appello alla Camera di Commercio
TRENTO. “Davvero interessante la fotografia scattata dall’Ispat, l’Istituto di statistica della Provincia, che conferma quanto già rilevato dall’Istat. Il tessuto economico trentino è formato da microimprese: ben 9 aziende su 10 hanno meno di 10 addetti (93%), l’80% ne ha meno di tre. Da rilevare la conduzione pressoché familiare e il rapporto con i clienti non vincolato da contratti o altri obblighi. Viene quindi da chiedersi come sarà applicato su queste piccolissime realtà il Pnrr, grande opportunità quasi del tutto concentrata sugli ambiti macro. Il rischio è che le microimprese non ne beneficeranno.
Queste le parole di Massimiliano Peterlana, vicepresidente di Confesercenti del Trentino.
Nelle micro imprese. prosegue la riflessione, lavora quasi il 46% della manodopera della zona in cui risiedono.
I settori di riferimento sono quelli dei servizi alle altre imprese (29,1%), del commercio all’ingrosso, al dettaglio e nelle riparazioni (20,9%), il manifatturiero è relegato a un 8,4%.
“Sulla carta ci siamo – prosegue Peterlana - ma poi il Pnrr va messo in pratica e ci troviamo con le piccole imprese al palo.
Le Pmi non possono cogliere le tante opportunità offerte dal Piano per accedere ai bandi perché servono professionisti, project manager che le piccole imprese non hanno e che la Provincia non ha da mettere a disposizione.
I tempi ristretti di scadenza dei bandi non permettono agli imprenditori di formare personale ad hoc e non ci sono nemmeno le risorse. I costi che dovrebbero sostenere le aziende non rientrano nei fondi messi a disposizione dal Pnrr."
Quindi che fare?
“Come Confesercenti - conclude Peterlana - proponiamo un coinvolgimento della Camera di Commercio per la formazione anche all’interno delle associazioni datoriali di professionisti che possano supportare le micro imprese, o che sia da subito, la stessa Camera di Commercio a seguire i bandi per le Pmi”.