l’annuncio

L'addio di Rossi al Patt scuote la politica trentina

L’ex governatore lascia il partito che lo ha lanciato sulla scena e prepara un nuovo progetto. Il segretario Marchiori: “Sorpreso e spiazzato da una decisione inaspettata”. Le tappe di una lunga carriera


Gianluca Marcolini


TRENTO. Per essere un terremoto (politico) è certamente un terremoto, resta da capirne la reale magnitudo e gli effetti che avrà sulla politica provinciale, intirizzita o addirittura surgelata dai tanti mesi di emergenza sanitaria ed economica. La scelta (annunciata nella giornata di giovedì 25 febbraio) dell’ex governatore Ugo Rossi, oggi consigliere provinciale, di abbandonare il partito che lo ha lanciato fino a farlo raggiungere lo scranno più alto, sullo scenario trentino, è giunta del tutto inaspettata, sorprendendo in primis i suoi ormai ex compagni di partito. “Sono stato informato da parte del consigliere Rossi della sua volontà di uscire dal Patt - commenta il segretario politico Simone Marchiori - e, ovviamente, sono rimasto sorpreso e spiazzato da una decisione inaspettata e della quale non vi era alcuna avvisaglia”.

Rossi ha motivato la sua decisione con la volontà di andare oltre il Patt, sostenendo che il momento storico richiede uno sforzo in prospettiva. L’obiettivo è dare voce alle istanze dell’elettorato moderato e naturalmente autonomista, guardando in particolare alle sollecitazioni sempre più pressanti che arrivano dalla componente “civica”. Il Patt, sembra dire Rossi, da solo non è più abbastanza.

Lo sguardo è volto certamente alle elezioni provinciali del 2023, per provare a realizzare un nuovo soggetto politico centrale nella contrapposizione fra l’attuale maggioranza e minoranza, ma non sono un mistero le preferenza dell’ex governatore per un’esperienza politica da parlamentare, che in tal senso andrebbe a suggellare una carriera già ricca di soddisfazioni e che lo ha visto, nel 2008, ricoprire il ruolo di assessore provinciale alla sanità nell’ultima giunta Dellai (quella “infarcita” di autonomisti e con una nutrita pattuglia in consiglio provinciale grazie anche alle “porte girevoli”) per poi vincere, a sorpresa, nell’estate del 2013, le primarie del centrosinistra (sconfiggendo soprattutto Alessandro Olivi e il Pd) per diventare, quindi, il primo esponente nella storia del suo partito eletto alla presidenza della Provincia con suffragio diretto. Nel 2018 il braccio di ferro con gli alleati, che non gli concedono il bis, finisce con il Patt che si smarca dalla coalizione del centrosinistra autonomista scegliendo di correre in solitudine, con Rossi candidato presidente. Il resto è storia recente, due anni e mezzo da consigliere provinciale delle Stelle alpine e un’altra mezza legislatura davanti da trascorrere nel gruppo misto, almeno finché non prenderà corpo e sostanza il prospettato nuovo soggetto politico. Nel suo curriculum c’è anche il ruolo di segretario del Patt, eletto nel 2005 al congresso di Baselga di Piné, passaggio cruciale nella carriera politica di Rossi.

“Rispetto le scelte personali pur non condividendole – commenta l’attuale segretario Marchiori – ma ritengo che il Patt, nonostante il particolare momento storico che stiamo vivendo, vista la pandemia e le limitazioni negli incontri di persona, stia mantenendo fede alla linea uscita dal congresso e alla sua missione di rappresentare gli interessi dei trentini e dell'Autonomia. E lo fa con l'esperienza della sua storia, ma anche con l'entusiasmo e la passione di tante persone che, anche recentemente, hanno deciso di metterci la faccia e di credere in un progetto serio, credibile e riconoscibile. Sono convinto che si possa fare molto di più, ma penso allo stesso modo che la serietà, l'affidabilità e la coerenza del nostro Partito siano ormai un valore aggiunto più che una limitazione”. E sulla decisione di Rossi, aggiunge: “Chiaramente sono dispiaciuto per la decisione di Ugo Rossi, con il quale abbiamo condiviso un lungo percorso assieme, sostenendolo sempre con entusiasmo nelle sfide che negli anni si sono presentate. Una fra tutte le primarie del 2013. Quello che è certo è che il Patt non si ferma: avremo modo a breve di rilanciare anche la nostra azione politica cercando di rappresentare sempre di più le esigenze e le istanze degli autonomisti storici, ma soprattutto dei trentini. Perché, come diceva un vecchio militante del Patt recentemente scomparso "le persone vanno, ma il Partito e i suoi ideali restano sempre". E noi è su questi che ci impegniamo, convinti che più che di qualcosa di nuovo in politica serva la serietà, la coerenza e l'affidabilità”.













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