Investimenti stabili per le imprese trentine nel 2022, ma le previsioni erano più “rosee”
L’indagine è stata condotta dall'Ufficio studi e ricerche della Camera di Commercio e si è dimostrata in linea con l’anno precedente, risultato inatteso perché si pensava in una maggiore crescita
TRENTO. Nel corso del 2022, in base all'indagine condotta dall'Ufficio studi e ricerche della Camera di Commercio, gli investimenti delle imprese trentine evidenziano una sostanziale stabilità rispetto all'anno precedente (+0,5%). Si tratta di un risultato inatteso, considerando che, dopo il biennio di contrazione 2019-2020, la ripresa del 2021 aveva evidenziato un'intensità inferiore alle aspettative e che, in base alle previsioni, avrebbe dovuto recuperare quota nel corso del 2022.
I settori che si connotano per una crescita degli investimenti sono i trasporti (+35,9%), il commercio all'ingrosso (+21,7%) e le costruzioni (+6,2%).
Variazioni negative caratterizzano invece i servizi alle imprese (-8,5%), il commercio al dettaglio (-6,8%) e il manifatturiero (-3,7%). Tra gli investimenti fissi, crescono in particolare quelli in mezzi di trasporto (+17,6%) e in mobili-computer-macchine per ufficio (+15,5%), mentre tra gli investimenti immateriali si segnala un aumento nella formazione del personale (+13,3%), nel marketing (+12,3%) e nella ricerca e sviluppo (+8,1%).
Considerando le principali finalità degli investimenti, dall'indagine emerge che le imprese trentine hanno provveduto soprattutto alla sostituzione di impianti usurati, guasti e obsoleti (57,8%). Seguono, per frequenza, l'ampliamento della capacità produttiva (28,4%), il miglioramento di qualità rilevanti dei prodotti esistenti (27,9%) e il risparmio di energia (23,5%).
Per quanto riguarda invece i fattori che hanno contribuito alle decisioni di investimento, risulta che le aziende sono state influenzate soprattutto dall'andamento della domanda per l'impresa (28,8%), ma anche da condizioni monetarie e finanziarie favorevoli (28,0%) e dall'andamento del mercato di riferimento (26,2%). Altri fattori, via via meno influenti, sono rappresentati dalle agevolazioni e dagli incentivi introdotti a livello provinciale (21,6%) e dal credito d'imposta per le spese in R&S (10,3%).