la decisione

In Trentino orari di lavoro liberi per tutti i parrucchieri e gli estetisti

La Provincia ha deciso di abrogare la regolamentazione dei Comuni su aperture e chiusure degli esercizi. L’assessore Failoni: «Ora è opportuno che le attività possano svolgersi in maniera autonoma e libera in tutta la provincia, evitando la disparità di norme fra territori diversi»



TRENTO.  In Trentino viene abrogata la possibilità per gli enti locali di regolamentare gli orari di apertura e di chiusura delle attività di acconciatore e di estetista. «La deregolamentazione degli orari e dei periodi di apertura consentirà agli operatori del settore di organizzare e programmare l'attività in piena libertà, così facendo si potrà gestire con flessibilità il flusso della clientela anche in base alle nuove esigenze di sicurezza per dipendenti e clienti», spiega l'assessore al turismo, Roberto Failoni, che ha portato la delibera in Giunta provinciale, dove è stata approvata.

«La pandemia ha causato pesanti effetti sulle attività economiche, costrette a chiusure prolungate e a cambiamenti nel modo di lavorare. In particolare, nel campo degli acconciatori ed estetisti la gestione dei tempi ha subito un profondo cambiamento: il rispetto del distanziamento sociale e le regole anti Covid hanno comportato la necessità di programmare in maniera diversa il flusso della clientela e gli orari dei dipendenti. Proprio per venire incontro alle esigenze dei cittadini e degli operatori economici in questa delicata fase della ripartenza è opportuno che le attività possano svolgersi in maniera autonoma e libera in tutta la provincia, evitando la disparità di norme fra territori diversi», conclude Failoni. 













Scuola & Ricerca

In primo piano

Economia

Industria trentina: prosegue il calo delle assunzioni, allarme dei sindacati

I dati di ottobre dell'Agenzia del lavoro segnano un -13,8%, nei primi dieci mesi dell’anno i nuovi contratti nel manufatturiero sono scesi dell’8,9% rispetto allo stesso periodo del 2023. La perdita è compensata da posti meno qualificanti nel commercio e nell'agrcoltura. Cgil Cisl Uil chiedono alla Provincia misure più mirati e efficaci per aiutare il settore in sofferenza