In Trentino l’inflazione galoppa: più 5,8%
Mese su mese i prezzi sono saliti del 3 per cento a febbraio su gennaio. Cgil, Cisl e Uil chiedono azioni concrete da parte delle Provincia
TRENTO. Febbraio segna un altro balzo in avanti dell’inflazione in Trentino.
Nel mese scorso i prezzi sono cresciuti del 5.8% rispetto all’anno precedente, e del 3% rispetto a gennaio. Una dinamica in rialzo attesa, anche vista la situazione di grave crisi che si è prodotta sui mercati internazionali a seguito della guerra in Ucraina e delle sanzioni imposte alla Russia.
“Purtroppo lo scoppio del conflitto non ha fatto che peggiorare una situazione già sotto pressione per l’aumento del costo delle materie prime – ammettono i segretari generali di Cgil Cisl Uil Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. In questo quadro le ripercussioni sui redditi di lavoratori e pensionati saranno ancora più pesanti, visto che gli aumenti, già consistenti, si ripercuoteranno sul costo dei prodotti finali, a cominciare da quelli alimentari. Uno scenario che rischia di peggiorare ulteriormente se le imprese decideranno di sospendere la produzione mettendo in cassa integrazione i lavoratori”.
Per questa ragione, secondo i tre sindacati, è tempo che la Provincia passi dalle parole ai fatti sul fronte degli interventi straordinari per abbattere gli effetti del caro bollette.
“Premesso che non conosciamo ancora nei dettagli il piano della Giunta, se non per quanto è stato annunciato alla stampa, crediamo che l’intervento debba avere una portata di almeno 40 milioni di euro se realmente si vuole dare un sostegno concreto alle famiglie, sostenendo i nuclei maggiormente svantaggiati da questa situazione”.
Accanto alle misure straordinarie per tutelare nell’immediato il potere d’acquisto, Cgil Cisl Uil insistono sulla necessità di mettere in campo interventi anche per incentivare l’istallazione di sistemi di produzione di energia sostenibile. Altro punto su cui i sindacati continuano ad insistere è il ripristino dell’esenzione dell’addizionale Irpef per i redditi fino a 20mila euro.
“Oggi quella fascia di reddito è in difficoltà. E’ importante ridurre la pressione fiscale. Infine di fronte ad un costo della vita che erode i redditi per Cgil Cisl Uil è urgente adeguare i meccanismi di calcolo Icef per i nuclei che oggi accedono agli interventi di sostegno del welfare provinciale.