Il vescovo Lauro: “I nostri sanitari sono i nuovi angeli”
L’omelia di Natale di monsignor Tisi: “Le fasce della debolezza e la mangiatoia della povertà sono divenuti i simboli nuovi dell’onnipotenza di Dio”
TRENTO. “La morte, il dolore, l’angoscia hanno di nuovo invaso l’Europa, ma il dibattito pubblico non annovera tra i suoi argomenti la questione di Dio. Il Dio di Betlemme ci spiazza. Pone Lui una domanda: Uomo dove sei?”. E’ l'interrogativo rilanciato dall'arcivescovo Lauro Tisi nell'omelia del pontificale di Natale in Cattedrale a Trento.
“La meraviglia del Natale - sottolinea monsignor Tisi - svela la strategia di Dio: farsi Bambino per consentire all’uomo di diventare adulto”.
“Le fasce della debolezza e la mangiatoia della povertà sono divenuti i simboli nuovi dell’onnipotenza di Dio. Da quel Natale, il volto impaurito degli oppressi, le membra dei sofferenti, la solitudine degli infelici, l’amarezza di tutti gli ultimi della terra, sono divenuti il luogo dove Egli continua a vivere nel nascondimento”.
Come nella Messa di ieri sera nella Caserma dei Vigili del Fuoco di Trento, don Lauro declina il messaggio di Natale nei giorni della pandemia e identifica gli angeli inviati ai pastori a Betlemme nei “sanitari, nelle case dove l’amore sopravvive alla morte, nei volontari che asciugano lacrime, in chi si spende per dare opportunità lavorative. Angeli, infine, con gli occhi gioiosi dei giovani che si mettono a disposizione”.