Politica

Il sindaco è anche progettista: e in consiglio regionale scoppia la bagarre

Nel mirino la norma che limiterebbe l’incompatibilità tra il ruolo di progettista e quello di sindaco. E in molti, da Köllensperger a Nicolini, fanno esplicito riferimento al primo cittadino di Brunico



TRENTO. Le minoranze del Consiglio regionale del Trentino Alto Adige hanno criticato l'emendamento all'articolo 6 bis (Dpl 45) a modifica del codice degli enti locali (legge regionale 2/2018) presentato in seconda commissione legislativa per limitare l'incompatibilità tra il ruolo di progettista e quello di sindaco.

A quanto riporta una nota, la proposta ha ricevuto parere negativo di diversi consiglieri di minoranza, che hanno invitato la Giunta regionale a ritirare l'articolo.

«Attualmente, la legge regionale in quest'ambito rispecchia quanto previsto a livello nazionale, ovvero il divieto per chi fa parte di una Giunta di ricoprire ruoli professionali in materia di edilizia privata e pubblica nel territorio amministrato: questo è tanto più valido quanto più è piccolo il Comune che si amministra, firmando anche atti concessori, altrimenti si crea un corto circuito», ha detto Alessio Manica (Pd), ipotizzando che si tratti di una norma “ad personam”. 

Il consigliere Paul Köllensperger (Team K), precisando come «non è ammissibile risolvere questioni giuridiche con interventi normativi, tanto più che la legge statale è molto chiara», ha fatto esplicito riferimento al caso di Rolando Griessmair, sindaco di Brunico, il quale, a suo dire, «si occupa di casi edili pubblici e privati importanti».

Diego Nicolini (M5s) ha definito il provvedimento come “lex Griessmair”, mentre Alessandro Urzì (Fratelli d'Italia) ha posto il problema della legittimità della norma, chiedendo un confronto dei capigruppo.













Scuola & Ricerca

In primo piano

la storia

«Fiuto e determinazione, così presi Marco Bergamo» 

Va in pensione Arervo, il poliziotto che il 6 agosto 1992 mise le manette al serial killer dopo una caccia durata tutta la notte. «Nell’83 vidi il corpo di Marcella Casagrande. Certe cose ti segnano per sempre»


Luca Fregona