Il Papa, nell’udienza con la delegazione trentina: «non viviamo un Natale finto e commerciale»
L’udienza nell’aula Paolo VI prima dell’inaugurazione del presepe e dell’albero di Natale che è arrivato in Vaticano dai boschi di Andalo
CITTÀ DEL VATICANO. "Natale è questo, non lasciamolo inquinare dal consumismo e dall'indifferenza - ha detto il Papa -. I suoi simboli, specialmente il presepe e l'albero addobbato, ci riportano alla certezza che ci riempie il cuore di pace, alla gioia per l'Incarnazione, a Dio che diventa familiare: abita con noi, ritma di speranza i nostri giorni.
L'albero e il presepio ci introducono a quel clima tipico del Natale che fa parte del patrimonio delle nostre comunità: un clima ricco di tenerezza, di condivisione e di intimità familiare. Non viviamo un Natale finto, commerciale!".
"Lasciamoci avvolgere dalla vicinanza di Dio, dall'atmosfera natalizia che l'arte, le musiche, i canti e le tradizioni fanno scendere nel cuore", ha esortato il Pontefice ricevendo in udienza nell'Aula Paolo VI le delegazioni provenienti dalla Regione Huancavelica del Perù e da Andalo in Trentino per il dono del Presepio e dell'Albero di Natale allestiti in Piazza San Pietro, che saranno inaugurati oggi pomeriggio 10 dicembre.
"I personaggi del presepe, costruiti con materiali e abiti caratteristici di quei territori - ha sottolineato -, rappresentano i popoli delle Ande e simboleggiano la chiamata universale alla salvezza. Gesù, infatti, è venuto in terra nella concretezza di un popolo per salvare ogni uomo e ogni donna, di tutte le culture e le nazionalità".
Per quanto riguarda è il maestoso abete rosso proveniente dai boschi di Andalo, in Trentino, "evoca la rinascita, il dono di Dio che si unisce all'uomo per sempre, che ci regala la sua vita - ha spiegato Francesco -. Le luci dell'abete richiamano quella di Gesù, la luce dell'amore che continua a risplendere nelle notti del mondo".
Inoltre, "quanti si recheranno qui, in Aula Paolo VI, nei prossimi giorni potranno assaporare questa atmosfera anche grazie al presepio che adesso verrà inaugurato. È stato realizzato dai giovani della parrocchia di San Bartolomeo a Gallio, nella diocesi di Padova".
Secondo il Papa, "questo ci insegna il presepe. A Natale Dio si rivela non come uno che sta in alto per dominare, ma come Colui che si abbassa, piccolo e povero, per servire: questo significa che per assomigliare a Lui la via è quella dell'abbassamento, del servizio". "Perché sia davvero Natale - ha concluso -, non dimentichiamo questo: Dio viene a stare con noi e chiede di prendersi cura dei fratelli e delle sorelle, specialmente dei più poveri, deboli e fragili, che la pandemia rischia di emarginare ancora di più. Perché così è venuto al mondo Gesù, e il presepe ce lo ricorda".