Il “No” del Wwf ai pesticidi nella coltivazione delle mele: domenica manifesteranno a Caldaro
Gli studi, condotti anche tra Alto Adige e Germania, dimostrano come la diffusione si capillarizzi anche lontano dal luogo di primo utilizzo
TRENTO. Nuovo affondo del Wwf sull'agricoltura del Trentino Alto Adige (e del Veneto) in vista della "Marcia Stop Pesticidi" in programma a Caldaro domenica per denunciare i rischi dell'esposizione agli agenti chimici impiegati nei trattamenti. "In larghissima parte della coltivazione delle mele del Trentino-Alto Adige e nei vigneti del prosecco in Veneto - si legge in un comunicato dell'associazione - si continuano ad utilizzare sostanze chimiche pericolose per la salute umana e l'ambiente.
Per il cosiddetto “effetto deriva”, i fitofarmaci dai campi si disperdono nelle aree circostanti tanto che le ricerche condotte li ritrovano nei terreni, nelle acque superficiali e nelle falde, nell'erba dei parchi giochi e nell'aria che respiriamo nelle nostre città". Secondo il Wwf il problema "riguarda tutta l'Italia, saldamente al quarto posto in Europa per vendita e utilizzo di pesticidi chimici", anche perché con la "Visione dell'agricoltura e alimentazione" presentata dalla Commissione europea lo scorso 19 febbraio, ricorda il sodalizio è stato "archiviato definitivamente il Regolamento europeo per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari e con esso l'obiettivo della riduzione del 50% dell'uso dei pesticidi entro il 2030".
Il biologico italiano, ricorda il movimento, "continua a crescere e ha raggiunto, alla fine del 2023, quasi 2,5 milioni di ettari (+4,5%, rispetto al 2022), pari al 19,8% della superfice agricola utilizzata considerando che la superficie agricola utilizzata arriva a 12,4 milioni di ettari complessivi". Il "Pesticide action network" ha reso noto un recente studio condotto in 78 località della Germania, che dimostra come i pesticidi si diffondano molto più lontano dal campo di quanto si è creduto finora: "I risultati preoccupanti di questa nuova ricerca sono coerenti con studi precedenti su scala più piccola condotti nell'area dell'Alto Adige", osserva il Wwf.