Il MUSE ha il suo piano per l’uguaglianza di genere
E’ il primo museo trentino e tra i primi in Italia, ad adottare il Gender Equality Plan (GEP)
TRENTO. Il MUSE – Museo delle Scienze di Trento si dota di un importante strumento programmatico: il Piano per l’uguaglianza di genere – Gender Equality Plan (GEP). È il primo museo trentino, e tra i primi in Italia, ad adottarlo. Il GEP, promosso dalla Commissione Europea e priorità del goal 5 dell'Agenda 2030 dell’ONU, sancisce l’impegno dell’istituzione nel garantire pari opportunità di genere, prevenire le discriminazioni al suo interno, valorizzare le persone e i loro talenti. Per elaborare il proprio GEP, il MUSE ha istituito un gruppo di lavoro permanente sulla parità di genere coordinato dalla ricercatrice MUSE Lucia Martinelli. Formazioni specifiche, attenzione a un linguaggio sempre più gender sensitive e analisi delle differenze di stipendio dovute ai carichi di cura sono alcune delle prossime azioni.
Il nuovo GEP (Piano per l’uguaglianza di genere – Gender Equality Plan) adottato dal MUSE per il periodo 2022-2024 ufficializza l’impegno del museo nel sostenere la parità di genere, la diversità e l’inclusione nell’organizzazione del lavoro, nelle risorse umane e nei contenuti della ricerca. Il MUSE, istituzione a trazione femminile (il 59% del personale è di genere femminile, con un equilibrio a livello di vertice – 3 uomini e 3 donne alla direzione), è il primo museo della Provincia autonoma di Trento a dotarsi di questo strumento strategico e tra i primi in Italia.
Il gruppo di lavoro ha analizzato prima di tutto lo stato dell’arte in merito alle pari opportunità e all'equità tra i generi all’interno del MUSE per definire il documento “Bilancio di genere 2021”, che – aggiornato annualmente – rappresenta la base di partenza per elaborare azioni positive per promuovere e migliorare l'uguaglianza di genere, prevenire discriminazioni e implementare strategie innovative per correggerle, definire nuovi obiettivi e monitorarne il raggiungimento attraverso adeguati indicatori.
Come spiega Lucia Martinelli, “il GEP che abbiamo elaborato vuole essere strumento di crescita e miglioramento del lavoro all’interno dell’ente con benefici anche per la sua utenza, poiché un clima lavorativo migliorato comporta beneficio anche per il suo pubblico. Per realizzare il documento abbiamo studiato esperienze consolidate di altre istituzioni leader negli studi di genere (tra cui anche l’Università degli studi di Trento, primo ateneo nazionale ad essersi dotato di GEP, e il Consiglio Nazionale delle Ricerche), nonché i vari documenti rilasciati dalla Unione Europea”.