Il lockdown per il Covid dimezza l'inquinamento da biossido di azoto lungo l’A22
Pubblicato lo studio dell’Agenzia provinciale per l’ambiente della Provincia di Bolzano: «Le limitazioni durante la pandemia hanno portato a una riduzione di NO2: l’inquinamento da biossido d’azoto è strettamente legato al settore del trasporto e in particolare alla presenza di veicoli diesel»
BOLZANO. «Negli ultimi anni abbiamo registrato delle evoluzioni positive per la qualità dell’aria, sia per le polveri fini (PM10) che per il biossido di azoto (NO2) i cui valori stanno progressivamente calando. Ciononostante, dobbiamo mantenere uno sguardo particolarmente attento su alcune aree vicino all’autostrada e nelle città di Bolzano, Merano, Bressanone e Laives dove permane il rischio di superamento del valore limite per l’NO2». Lo dice l’assessore all’ambiente ed energia Giuliano Vettorato presentando lo studio “Valutazione pluriennale della qualità dell’aria 2017-2020” realizzato dall’Agenzia provinciale per l’ambiente e la tutela del clima. Lo studio costituisce la verifica del raggiungimento dell’obiettivo di una riduzione del 10% delle concentrazioni del biossido di azoto (NO2). «In situazioni a rischio è necessario intervenire in modo strutturale ed in sintonia con i Comuni – spiega l’assessore – per questo è importante disporre di dati obiettivi per arrivare a valutazioni ben fondate che costituiscono la base per assumere decisioni giuste atte a migliorare la qualità dell’aria che respiriamo e la nostra qualità di vita».
I risultati dello studio
Nello studio è riportata un’analisi sintetica su tutti gli inquinanti monitorati nel periodo 2017-2020. Gli inquinanti che negli ultimi anni hanno fatto registrare valori superiori ai limiti di legge sono il biossido di azoto (NO2,), l’ozono (O3) e il benzo[a]pirene (B[a]P). «Per quanto invece concerne le polveri fini (PM10 e PM2,5), la situazione in Alto Adige nel periodo 2017-2020 è da considerarsi soddisfacente visto che i valori misurati sono inferiori ai limiti fissati dalla UE anche se per il PM2,5 non viene rispettato il valore raccomandato dall’OMS», spiega Luca Verdi, direttore del Laboratorio analisi aria e radioprotezione.
Il 2020 un anno anomalo per la qualità dell’aria
Le limitazioni dei movimenti delle persone e delle merci, introdotte per l’emergenza sanitaria Covid-19, a partire dalla seconda metà di febbraio 2020, hanno portato ad un progressivo calo del traffico con conseguente diminuzione degli inquinanti e miglioramento della qualità dell’aria. Durante il lockdown di febbraio-maggio 2020, con calo del traffico, si è dimezzato il biossido di azoto a Bolzano, Merano e lungo l’A22, mentre sono rimaste stabili le polveri fini, a dimostrazione del fatto, che l’inquinamento da biossido d’azoto è strettamente legato al settore del trasporto e in particolare alla presenza di veicoli diesel. Massimo Guariento, collaboratore dell’Ufficio aria e rumore, ricorda però che: «L’anomalia generata dalle limitazioni alla mobilità dovute alla pandemia da COVID 19, se da un lato ha ridotto notevolmente le concentrazioni di NO2, dall’altro lato non ci ha consentito di valutare in quale misura i provvedimenti del Programma NO2 abbiano avuto effetti concreti».
Prospettive per il breve e medio termine
L’attuale problematica dell’inquinamento atmosferico nelle città e lungo le principali arterie di transito è una sfida che riguarda tutti e che deve essere affrontata con provvedimenti concreti. «Fintanto che le nuove tecnologie (elettrico ed idrogeno) non cominceranno ad assumere un ruolo importante, sarà strategica la gestione del traffico motorizzato, sia in termini quantitativi (flussi veicolari) che qualitativi (modalità di circolazione)», afferma Flavio Ruffini, direttore dell’Agenzia ambiente. «Inoltre, il ricorso massiccio alle modalità di lavoro da remoto a causa della pandemia ha ridotto la domanda di mobilità e in tale ambito vi sono potenzialità ancora tutte da esplorare». La gestione della mobilità urbana resterà pertanto un aspetto centrale anche per gli obiettivi di qualità dell’aria dei prossimi anni e per il rispetto dei valori limite per la tutela della salute entro il 2023.
Monitoraggio costante della qualità dell’aria
L’Agenzia provinciale per l’ambiente e la tutela del clima monitora costantemente da anni la qualità dell’aria, grazie alla rete di stazioni di misura fisse, stazioni mobili e campionatori passivi posizionati in zone urbane molto trafficate, con conseguente valutazione dei dati raccolti al fine di identificare eventuali situazioni di rischio per la salute e per l’ambiente. «La valutazione pluriennale della qualità dell’aria consiste nel confrontare i dati degli ultimi anni forniti dal monitoraggio con i valori limite ed i valori obiettivo fissati dalla normativa vigente», spiega Georg Pichler, direttore dell’Ufficio Aria e rumore dell’Agenzia provinciale per l’ambiente e la tutela del clima «Inoltre, grazie all’inventario delle emissioni, siamo in grado di identificare le fonti emissive maggiormente responsabili dell’inquinamento e indirizzare in tal modo i provvedimenti».