Il Covid frena il processo sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in Trentino
Due imputati positivi, rinviata la decisione sulle eccezioni
TRENTO. Covid ancora protagonista della seconda udienza del processo seguito all'inchiesta "Perfido", sulle infiltrazioni della 'ndrangheta nel settore del porfido in val di Cembra.
Due imputati, positivi al virus, non hanno potuto partecipare, neanche da remoto all'udienza in Corte d'assise a Trento.
Per questo motivo, i giudici non si sono potuti esprimere sulle eccezioni presentate dalle difese.
Oggi, 3 febbraio, i tre pm, Davide Ognibene, Maria Colpani e Licia Scagliarini hanno esposto le proprie argomentazioni in relazione alle eccezioni (una di queste riguarda la giurisdizione, che per alcuni difensori dovrebbe essere di competenza di Reggio Calabria, dove avrebbero sede le organizzazioni criminali finite nell'inchiesta).
L'udienza è stata aggiornata al 18 febbraio alle ore 9.30.
Quattro posizioni andranno invece a giudizio con rito alternativo l'11 febbraio: Giuseppe Paviglianiti (patteggiamento), Mustafa Arafat, Saverio Arfuso e Mario Nania (abbreviato).
Ieri i giudici hanno attenuato la misura cautelare a carico di Federico Cipolloni, che si trovava agli arresti domiciliari: gli è stato concesso l'obbligo di dimora a Roma, dove risiede.