I sindacati: “Sanitari no vax sospesi, sistema sanitario trentino a rischio collasso”
Finora emessi 117 provvedimenti, ma potrebbero arrivarne altri 300. Nursing Up e Fp Cgil: “Personale allow stremo. Ricadute inevitabili per i pazienti”
TRENTO. Secondo i sindacati il sistema sanitario trentino è a rischio collasso a causa delle centinaia di operatori sanitari (medici, infermieri, oss) che verranno sospesi perché non vaccinati contro il Covid come prevede la legge.
A lanciare l’allarme sono i sindacati della sanità.
"Nell’incontro di oggi (3 settembre, ndr) con la Dirigenza dell’Apss, ci è stato comunicato che sono a rischio sospensione 67 sanitari e 50 Oss, altri 300 saranno oggetto di valutazione nei prossimi giorni”, denuncia Nursing Up. “Abbiamo evidenziato quanto sia problematico sospendere dipendenti e professionisti sanitari la cui reperibilità sul mercato del lavoro risulti quantomeno complicata, in particolar modo ci sono professionisti infermieri e sanitari che operano in settori altamente specialistici, dove l’inserimento e formazione dura anche un anno, proprio per questo difficilmente potranno essere adeguatamente sostituiti. Le ricadute sull’erogazione dei servizi al pubblico e ai pazienti saranno inevitabili, ci sarà un aumento di carichi di lavoro sul personale che, assumendosi la responsabilità di tutelare la salute collettiva, si è da tempo vaccinato”.
Cesare Hoffer (Nursing Up): “Come sindacato riteniamo inaccettabile coprire le carenze di personale attivando turni di 12 ore e facendo saltare ferie e riposi ai nostri colleghi che rimarranno in servizio, se così fosse proclameremo immediatamente la mobilitazione di tutte le nostre categorie di professionisti sanitari”.
Dura anche la Fp Cgil: “Nell’attuale situazione, con un numero a oggi di 117 provvedimenti emessi tra cui 67 per professionisti sanitari di cui 2 medici e 50 oss per l’Apss, distribuiti tra varie strutture e sedi, non si rilevano particolari difficoltà se non in 2 o 3 strutture che saranno riorganizzate nel rispetto dei contingenti minimi di assistenza e dei carichi di lavoro del personale.
Il problema invece si aggraverà certamente coi prossimi provvedimenti in itinere, che potranno effettivamente comportare difficoltà di assicurare i servizi. Per questo l’Apss farà ricorso alle graduatorie attive per oss, tecnici di laboratorio, radiologia e ostreticia, mentre la situazione è più complicata per quanto riguarda gli infermieri che potranno essere eventualmente reperiti , in estrema ratio, con somministrazioni”.
La Fp Cgil, col segretario Luigi Diaspro e il funzionario Marco Cont, sottolinea il tema della strutturalità della carenza di personale e il problema della tempestività di informazioni che il sindacato deve invece, al momento, assumere sui media.
“Le sospensioni intervengono su una situazione dunque già di grave difficoltà per il personale allo stremo da 18 mesi e, a quanto consta, in assenza di un piano preventivo di intervento, quanto meno conosciuto dalle organizzazioni sindacali.
Per questo il primo obiettivo è di assicurare la qualità del servizio e sostituire il personale sospeso affinché i carichi di lavoro non
ricadano sul personale responsabilmente vaccinato, per il quale va previsto un sistema premiale che possa riconoscerne il lavoro in questa fase”.