I maestri di sci italiani: «Incertezza per 15 mila. E con gli skipass rincari anche delle lezioni»
Ribadito il sostegno agli impiantisti. Al Governo una richiesta d’aiuto nei confronti dell’intero comparto montano (foto Amsi)
MILANO. Alla vigilia di una stagione invernale che si annuncia “difficile” per il caro energia e un’inflazione galoppante, la Scuola Italiana Sci, che per sua natura si trova al centro delle politiche turistiche invernali, ribadisce con decisione l’importanza, in questo comparto, della competenza dei professionisti della neve. La Scuola Italiana Sci e tutti i maestri di sci italiani sostengono con forza e convinzione gli impiantisti e le altre realtà della montagna, rivolgendo al nuovo Governo istanze d’interesse specifico per l’intero comparto montano. L’Associazione Maestri Sci Italiani d’intesa con il Collegio Nazionale dei maestri di sci non poteva non trattare l’argomento di strettissima attualità nonché fonte di preoccupazione per i professionisti della neve italiani e, naturalmente, per le Scuole Sci e tutti i maestri di sci italiani: la straordinaria “sfida economica” che l’intera industria della montagna si trova (e si troverà) ad affrontare per l’avvio e il proseguo della stagione turistica invernale 2022-2023.
L’Associazione Maestri Sci Italiani, guidata dal presidente Maurizio Bonelli, in sinergia con il Collegio Nazionale dei Maestri di Sci, con il Presidente Beppe Cuc, condividono convintamente e offre massimo appoggio al grido di allarme e di richiamo rivolto al mondo politico italiano dagli esercenti funiviari, rappresentati da Anef e Federfuni Italia, in cui forte come non mai è la richiesta di sostegno per far fronte alle problematiche del comparto montano. A causa dell’aumento incontrollato dei costi energetici e non solo, Amsi e Col.Naz. sono consapevoli del momento molto particolare che stanno vivendo i 15.000 maestri e che sta, inevitabilmente, generando forte incertezza.
Rincari annunciati da settimane che hanno obbligato gli impiantisti a rivedere i listini degli Skipass con aumenti medi stimati dal 5% al 12% e che andranno a incidere anche sui costi di luce e gas delle oltre 400 Scuole Sci e Snowboard sul territorio italiano. Incrementi generalizzati dei costi che stanno già incidendo sul potere d’acquisto e sulla scelta dei consumi di tante famiglie italiane e che senza ombra di dubbio, in una percentuale al momento non quantificabile, si ripercuoterà in parte anche sull’acquisto delle lezioni di sci e snowboard. Una riduzione quest’ultima che secondo Amsi e Col.Naz. si manifesterà in forma maggiore nelle località medio-piccole, quelle in sostanza in cui vive il turismo detto di “prossimità”.
AMSI e Col.Naz si sono confrontati con i Direttori di Scuola Sci e delegati in tre specifici SeminariConvegni loro dedicati sul territorio nazionale, più precisamente il 21 ottobre a Milano, con le Scuole del nord-ovest, il 22 ottobre a Sommacampagna (VR) con quelle del nord-est e, infine, il 23 ottobre a Roma per tutto il centro-sud. A detta sia degli organizzatori sia dei partecipanti sono stati tre appuntamenti "innovativi" e apprezzati nella nuova formula (ricordiamo come l'ultimo Convegno in presenza causa emergenza sanitaria da Covid risaliva al 2019). Importante era ritrovarsi, tutti, con gli Organi che rappresentano i Professionisti della neve e le Scuole di Sci per entrare nel merito dell’attuale situazione della categoria, della professione in genere e sulle prospettive e azioni future, a medio e lungo termine.
Obiettivo: poter essere costantemente attrattivi verso la clientela, permettendo così ai giovani Maestri di sci di rimanere in montagna, limitando quel lento e progressivo spopolamento che stiamo vivendo. Questa situazione ovviamente per AMSI e Col.Naz. non è certamente nuova, non è un problema che nasce nell'ultimo periodo, ma che oggi più che mai deve essere al centro delle iniziative legate ai Professionisti della neve.