I 150 anni della Fondazione Edmund Mach
Il 12 gennaio 1874 la Dieta provinciale tirolese approvò la nascita dell’Istituto. La scuola iniziò con 15 alunni. Oggi gli alunni sono 1000 e dalla FEM si può uscire con la laurea. Per celebrare l’evento molte le iniziative cominciando dalla mostra “Dalla terra il futuro” aperta fino al 29 settembre presso lo Spazio Sas in Piazza Cesare Battisti a Trento
TRENTO. Buon compleanno carissimo vecchio Istituto Agrario di San Michele. Sono trascorsi 150 anni da quando il 12 gennaio 1874 la Dieta provinciale tirolese approvò la nascita dell’Istituto. La fortuna della partenza molto positiva in una situazione dell’agricoltura drammatica, fu quella di aver individuato in Edmondo Mach la figura del primo direttore. La scuola iniziò con 15 alunni ed un corso biennale, alla quale fu da subito affiancata una stazione sperimentale. Ebbene oggi gli alunni sono 1000 e dalla FEM si può uscire con la laurea. Un progresso eccezionale. Per celebrare l’evento molte le iniziative cominciando dalla mostra “Dalla terra il futuro” una mostra aperta ufficialmente venerdì scorso, 12 gennaio, aperta al pubblico con visita guidata e che rimarrà aperta fino al 29 settembre presso lo Spazio Sas in Piazza Cesare Battisti a Trento. Si tratta di un autentico viaggio nei 150 anni di vita della Fondazione Edmund Mach.
Con l’esposizione, hanno affermato i dirigenti FEM si intende celebrare l’importante traguardo dei 150 anni dell'ente di San Michele, attraverso pubblicazioni, manufatti storici e soprattutto centinaia di fotografie selezionate nell’archivio fotografico della FEM e tra i fondi dell’Archivio fotografico storico provinciale.
La mostra, curata dalla Fondazione Edmund Mach in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento - UMSt soprintendenza per i beni e le attività culturali e con il Centro Servizi Culturali Santa Chiara, è patrocinata dall’Euregio con la partecipazione del METS - Museo Etnografico Trentino di San Michele all’Adige, della Fondazione Museo storico del Trentino e del Castello del Buonconsiglio, monumenti e collezioni provinciali
L’iniziativa si inserisce nell’ambito del percorso di eventi dedicati alle celebrazioni per i 150 anni della FEM organizzato dal Comitato presieduto dal prof. Attilio Scienza, che culminerà il 28 settembre 2024 con la cerimonia conclusiva. Nel 150° anniversario della nascita dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, oggi Fondazione Edmund Mach, la mostra, curata da Marta Villa e Katia Malatesta con la collaborazione di Silvia Ceschini, Erica Candioli e Lucia Zadra, ne rilegge la genesi e l’evoluzione mettendo a fuoco le sue molteplici attività nei settori agricolo, agroalimentare e ambientale, tra istruzione e formazione, ricerca scientifica, sperimentazione, consulenza e servizio alle imprese.
Ripercorrendo le fasi di un dialogo sempre fertile tra tradizione e innovazione, il percorso, con il progetto espositivo dell’architetto Manuela Baldracchi, si intreccia con uno sguardo generale agli sviluppi del contesto agrario trentino, interpretati, senza pretesa di completezza, attraverso la soggettività di cinque dei più importanti fotografi e atelier fotografici attivi sul territorio tra la fine del XIX secolo e il terzo millennio.
Il concept
L’arco temporale individuato (1874-2024) è stato suddiviso in quattro periodi storici coincidenti con quattro diverse sezioni espositive.
La prima sezione (1874-1914) risale alle origini dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige e rende conto delle difficili condizioni di una realtà agraria trentina duramente colpita da criticità strutturali e dalla problematica delle malattie che allora falcidiavano l’intera Europa, in particolare la filossera, l'oidio e la peronospora.
La seconda sezione (1919-1940) viene individuata nel periodo tra le due guerre mondiali, che vede l’Istituto alle prese con le attività sperimentali connesse alla “battaglia del grano” e l’implementazione e il miglioramento delle tecniche agricole in un quadro economico in cui l’agricoltura riveste ancora un ruolo preponderante. Il racconto di un periodo segnato dall’avvento e dal consolidamento del regime fascista trova riscontro nell’opera di Sergio Perdomi.
La terza sezione (1948-2000) ricostruisce il periodo del secondo dopoguerra, che dà avvio ad una differenziazione paesaggistica legata, da un lato, allo sviluppo di un’agricoltura intensiva nel fondovalle e della frutticoltura in alcune specifiche vallate, e, dall'altro, ad una caratterizzazione dei diversi territori trentini sia di valle che di media e alta quota (con un focus sulla relazione pascolo/bosco e la regressione della zootecnia).
L'ultima sezione (dal 2000 ad oggi) riguarda la realtà attuale in prospettiva futura: quindi le attività di formazione, ricerca e trasferimento tecnologico svolte dall’ente nel contesto locale e internazionale. La trasformazione del territorio sarà inoltre illustrata attraverso il confronto tra ortofotografie degli anni Cinquanta del XX secolo e del terzo millennio.
I direttori: Dopo Edmund Mach si susseguirono altri validi direttori, fra i quali spiccano le figure di Enrico Avanzi, professore accademico che diede un forte impulso scientifico all'Istituto e al quale si deve l’importante attività nel settore cerealicolo, frutticolo e viticolo, nelle quali fu supportato dall’opera infaticabile di Rebo Rigotti, ricercatore di grande talento che seppe spaziare in molteplici campi, in particolare nel miglioramento genetico della vite (si deve a lui l’incrocio che fu poi battezzato con il suo nome, “Rebo”). Alla fine degli anni Cinquanta emerse la figura di Bruno Kessler che, nella duplice veste di Presidente della Provincia autonoma di Trento e dell’Istituto Agrario, seppe sviluppare le attività dell’ente comprendendo il fondamentale valore delle scienze agrarie per il territorio trentino e non solo. È soprattutto merito di Kessler se la scuola di San Michele negli anni Settanta si rinnovò e si preparò alle sfide dei tempi moderni, sviluppando, tra l’altro, collaborazioni con altre realtà scientifiche europee, soprattutto nel mondo di lingua tedesca.
Nella storia recente la data più significativa è il primo gennaio 2008. L’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, ente funzionale della Provincia autonoma di Trento si trasformò in una Fondazione, il cui nome tributò i dovuti meriti al suo primo e storico direttore, Edmund Mach.
Nacque, quindi, un nuovo ente di interesse pubblico con personalità giuridica di diritto privato, assorbendo anche le attività del Centro di Ecologia Alpina contribuendo così ad ampliare il mandato a favore della ricerca ambientale.
Istruzione e formazione, trasferimento tecnologico e ricerca nei settori agricolo, ambientale e agroalimentare si delineano così come i tre pilastri della nuova organizzazione. La Fondazione Mach è oggi una “cittadella dell’agricoltura”, un unicum a livello nazionale: sempre più impegnata a diffondere gli studi nei settori di competenza ma allo stesso tempo radicata sul territorio. Da 150 anni la missione è sempre la medesima: supportare l'agricoltura, l'ambiente e il territorio affrontando mediante l’innovazione le nuove sfide quotidianamente proposte.