«Ho sentito le urla della mamma e ho seguito l’istinto»: Tomorr, il "salvatore" del lago di Braies
44 anni, vive in provincia di Bergamo e a Pasquetta era in Alto Adige con la famiglia: «ho strisciato per 100 metri sul ghiaccio e poi ho pensato solo a salvare il piccolo»
BOLZANO. Ha un nome e un volte l’uomo che il giorno di Pasquetta aveva salvato un bimbo di appena 4 mesi caduto con i genitori nelle gelide acque del lago di Braies.
Si sapeva solo che era un turista di origini albanesi di 44 anni. Adesso si sa che si chiama Tomorr Buzi e che vive da anni a Romano di Lombardia in provincia di Bergamo. E che il “suo” sindaco lo ha voluto incontrare e ringraziare.
«Carissime concittadine e carissimi concittadini, voglio condividere con voi la notizia di un fatto che mi ha commosso e riempito di orgoglio. Poco fa – ha spiegato in un post il sindaco Sebastian Nicoli – ho ricevuto una telefonata dal brigadiere in servizio presso il Comando dei Carabinieri di Braies, in Alto Adige.
Questa località è famosa per un incantevole lago di cui si sta parlando molto perché, due giorni fa, alcuni turisti sono caduti nell’acqua gelida dopo essersi azzardati a camminare sul ghiaccio. Avrete probabilmente letto che tra coloro che sono precipitati in acqua c’era anche una famiglia: una coppia con un bambino di appena quattro mesi. Quello che non avevamo ancora avuto modo di sapere, però, è che il bambino è stato tratto in salvo da un nostro concittadino»!
Il suo nome è Tomorr Buzi e si trovava presso il lago di Braies per una gita con la moglie e la famiglia. Il brigadiere mi ha raccontato che Tomorr, quando ha visto il bambino e i giovani genitori in pericolo, non ha esitato a precipitarsi in loro soccorso.
Nonostante la sua famiglia, preoccupata, gli chiedesse di non rischiare la sua stessa vita, Tomorr ha strisciato sul ghiaccio fragile fino a raggiungere il bambino, che piangeva sempre più debolmente.
Il brigadiere, sopraffatto dall’emozione nel rievocare quei momenti drammatici, mi ha riferito di come abbia ricevuto lui stesso, dalle braccia di Tomorr, questo bambino, scampato a una morte certa solo grazie all’intervento eroico e tempestivo del nostro concittadino.
Ho chiesto di poter conoscere personalmente, questa mattina, il signor Tomorr Buzi, per avere l’onore di stringergli la mano, ringraziarlo ed esprimergli, a nome di tutta la nostra Comunità, quanto siamo orgogliosi di lui».
«Ho sentito le urla disperate della mamma - ricostruisce quei momenti Tomorr al Corriere di Bergamo -. Ero a bordo lago con la mia famiglia a camminare. Mia moglie e mia figlia gli urlavano di non andare ma io mi sono messo a strisciare sul ghiaccio per raggiungerli. Quando sono arrivato al punto in cui erano — prosegue il 44enne —, la mamma, con tutte le forze che aveva, ha spinto il piccolo fuori dall’acqua. Si vedeva che era esausta. Mi sono sporto e l’ho afferrato. Cercavo di stare a galla ma soprattutto di rimettere fuori il bambino. Alla fine ci sono riuscito»