Vecchie malghe rinascono con il progetto “Fuoco” 

Giudicarie Esteriori, inaugurata la prima “cooperativa di comunità” trentina Il presidente Buratti: «Oggi i soci sono 9, è un’idea aperta, per fare turismo»  



GIUDICARIE ESTERIORI. Nasce nelle Giudicarie Esteriori la prima "cooperativa di comunità" del Trentino. Si chiama "Fuoco" e mira a far rivivere vecchie malghe in disuso, trasformandole in strutture ricettive, e come l'elemento igneo si propone di far divampare il calore della passione per il turismo di qualità in tutte le Giudicarie.

Il progetto è ambizioso e, almeno per il Trentino, innovativo. Un gruppo di residenti delle Giudicarie Esteriori, appassionati di corse in montagna, innamorati del proprio territorio e vogliosi di migliorarlo, hanno preso esempio dalle esperienze già sperimentate altrove in Italia per recuperare borghi ormai abbandonati ed hanno messo in cantiere la loro "cooperativa di comunità", sebbene con finalità un po' diverse, cioè il recupero di strutture abbandonate, vecchie malghe, masi diroccati, proprietà collettive che ci si propone di portare a nuova vita, al contempo promuovendo il territorio. “Fuoco” è anche un'idea aperta. A oggi i soci sono 9, ma chiunque può prendervi parte, compresi, eventualmente, gli ospiti stessi.

«La cooperativa “Fuoco” - spiega il neo-presidente Marco Buratti - nasce dalla volontà di portare le Valli Giudicarie al livello turistico che meritano, perché abbiamo una valle fantastica e incontaminata, dove si può vivere il contatto puro con la montagna e la natura. Fuoco perché è un simbolo di unione e passione, un fuoco che riscalda, illumina il cammino e accende le passioni. Vogliamo che la nostra cooperativa diventi il focolare della comunità delle Giudicarie».

L'iniziativa è stata ufficialmente inaugurata lunedì. Ad "aprire le danze" è stato il Lomaso, e più precisamente la zona di Misonet, la montagna che sovrasta Favrio di Fiavé, dove una malga in disuso di proprietà dell'Asuc di Favrio è stata recuperata e potrà ora servire pasti a turisti ed escursionisti. Il progetto però comprende anche strutture già avviate. A maso Limarò, sito fra Ponte Arche e Sarche, la cooperativa ha infatti preso in gestione anche una casa rurale da poco ristrutturata di proprietà dell'Istituto diocesano per il sostentamento del clero, subentrando alla precedente gestione. Qui al momento il servizio proposto è solo di bed&breakfast ma per il futuro l'obiettivo è arrivare ad aprirsi alla ristorazione a tutto tondo. Diventando nuovo punto di riferimento per il turismo locale. (s.m.)















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