«Schläfer sta investendo e assumerà 13 persone» 

La replica. L’azienda di Storo risponde alle accuse di “inadempienza” per gli stipendi arretrati L’azienda: «I dipendenti che reclamano sono 7 e non 15 o 30 e i pagamenti dovuti sono per 2 mesi»



Storo. Il gruppo imprenditoriale Waris & Schläfer rientra tra le poche aziende a livello europeo operanti nel settore dei pannelli solari. L’azienda di via 1° Maggio a Storo negli ultimi tempi è però finita nel mirino dei sindacati per situazioni che i vertici dell’azienda definiscono «non sempre fondate e veritiere». Ora, in replica a quanto apparso sull’edizione di mercoledì scorso del Trentino la Schläfer dà la propria versione rispetto a quanto emerso dall’incontro delle maestranze in consiglio provinciale.

Azienda stupita

«Il progetto di Waris ereditato da Schläfer - scrive l’azienda - è tuttora valido e raggiungibile, anzi la forte espansione prevista nei prossimi 5 anni nel settore delle rinnovabili ha reso necessaria l’elaborazione di un aggiornamento del piano. “Schlaefer inadempiente” questo il titolo dell’articolo dello scorso 9 ottobre, e diventata “un caso” a voce di audaci e incaute dichiarazioni di rappresentanti sindacali, personaggi politici e con sorpresa anche acclarate dai funzionari di Trentino Sviluppo che per propria mission le imprese dovrebbero sostenerle nella prosecuzione delle attività. Stiamo operando per concludere un contratto di circa 8 milioni di euro per così raddoppiare la turnazione della produzione con un incremento delle maestranze di altre 13 unità rispetto alle attuali e attualmente la Cassa integrazione richiesta riguarda esclusivamente quattro persone del comparto impiegatizio».

«Alcune difficoltà ci sono»

«Che ci siano delle difficoltà – continua la nota Schläfer - nessuno le disconosce anche dal fatto che la ristrutturazione e i ravvicinati cambi di passo all'interno della proprietà hanno comportato delle integrazioni anche in ambito direzionale come l'arrivo per ultimo di Vincenzo Pellegrino e Matteo Fronchetti. I dipendenti dimissionari da agosto scorso che reclamano presunti inadempimenti di Schläfer sono 7 (e non 15 o 30)».

Numeri diversi

«Oggi le maestranze in Schläfer sono 23 e tra 2 settimane diventeranno 26, quindi di sole 2 unità inferiori al numero concordato recentemente con Trentino Sviluppo - scrive ancora l’azienda di Storo -. Gli stipendi arretrati sono 2 (il 3° afferisce il mese di sciopero a oltranza) e sono stati ereditati da Waris per acconsentire alle richieste del sindacato al momento del passaggio dei dipendenti da Waris in Schlaefer quale condizione imposta per ratificare l’affitto di azienda: quindi nessun inadempimento di Schläfer anche in questo in caso. La Schläfer non ha mai utilizzato né in modo scellerato e ne in modo diligente alcun contributo o agevolazione proveniente da Stato o Provincia o altro ente pubblico. Qualora l’esponente politico consigliere provinciale che ha postato tali dichiarazioni voleva riferirsi all’utilizzo dell’immobile di Trentino Sviluppo spero sappia che l’affitto non è gratis ma è di circa euro 100.650 annui, con tanto di penale qualora non vengano rispettati gli impegni di manodopera da assumere».

Consigliere nel mirino

«La Schläfer a riguardo delle dichiarazioni che lo stesso esponente politico citato al punto precedente ha postato sui social in ordine a presunte contraffazioni, vista la gravità, ha dato mandato a uno studio associato di Trento onde discuterle nelle sedi giudiziali opportune. Sono in atto forti e mirate azioni di vendita, sostenute anche dal mondo bancario, mentre la Simest, azienda pubblica di sviluppo delle nuove iniziative all’estero, ha recentemente deliberato una significativa somma per un progetto di espansione all’estero di Schläfer, che accelereranno non solo la posizione finanziaria e commerciale di Schläfer già dal 2020, ma richiederanno l’assunzione di altra forza lavorativa. Sette dipendenti consapevoli che l’azienda aveva da poco sottoscritto un accordo commerciale importante con un noto Gruppo Internazionale, che avrebbe portato a regime le tre linee di produzione con l’assunzione di altre unità lavorative. Avrebbero dovuto essere Impegnate azienda e lavoratori a sostenere un audit tecnico e qualitativo entro la prima settimana di agosto, ma lo sciopero ad oltranza di quei 7 dipendenti ne ha impedito la tempestiva conclusione. In tutto questo Schlaefer al fine di adeguare i flussi produttivi a standard qualitativi più elevati ha comunque investito oltre 300.000 euro negli ultimi mesi». A.P.

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













Scuola & Ricerca

In primo piano