Schläfer Srl, finite le speranze: è stato dichiarato il fallimento
Storo. Il giudice del tribunale di Trento lo ha decretato con sentenza il 19 novembre. Il bilancio 2019 registrava perdite per 1,7 milioni di euro. Mariano Zanolli nominato curatore fallimentare
Storo. La Schläfer Srl di Storo è ufficialmente fallita. A decretarlo, una sentenza del tribunale di Trento del 19 novembre scorso, che ha accolto i ricorsi degli ex dipendenti e dei creditori dell’impresa.
La sentenza di fallimento, pronunciata dal presidente Guglielmo Avolio e dai giudici Roberto Beghini e Benedetto Sieff ha accolto le tesi presentate dalle ditte Nuovocorso spa, La Cairese srl, Piffer Mario e Giulio Snc, Gabogas 2 srl, oltre agli ex dipendenti rappresentati dall’avvocato Sonia Guglielminetti.
Dure le motivazioni addotte dai giudici, che hanno constatato lo stato di insolvenza dell’impresa storese, facendo riferimento alla sua «oggettiva incapacità di far fronte regolarmente alle proprie obbligazioni». In particolare a non dare scampo a Schläfer sono stati i mancati pagamenti ai fornitori e ai dipendenti e «l’infruttuoso tentativo dei ricorrenti di esecuzione forzata dei loro crediti». Non solo, ci sono anche «recenti significativi inadempimenti a debiti tributari e contributivi verso Inps, con cartelle di pagamento e avvisi emessi da fine 2018 e affidati all’agente della riscossione per complessivi euro 184.771,26, cui si aggiungono debiti tributari per complessivi euro 299.449,94, oggetto di recenti accertamenti d’ufficio dell’amministrazione finanziaria e non ancora affidati all’agente della riscossione». Infine Schläfer ha fatto registrare una «perdita di esercizio di oltre 1,7 milioni di euro registrata nel bilancio relativo all’anno 2019, che ha azzerato il patrimonio netto, portandolo in campo negativo per oltre 1,2 milioni di euro». Il tribunale di Trento ha dunque dichiarato fallita Schläfer Srl, delegando la corrispondente procedura al giudice Benedetto Sieff, mentre curatore fallimentare è stato nominato il signor Mariano Zanolli.
Sulla vicenda è intervenuto il consigliere provinciale Alex Marini che ha dichiarato: «Visti certi precedenti, tutti ci chiediamo come sia potuto accadere di nuovo un fatto simile, con tanto di coinvolgimento e sostegno da parte dell'ente provinciale. Ci sarà tempo per approfondire la questione. Nell’immediato ritengo sia più importante cercare di risolvere il danno generato da questo fallimento rispetto al tessuto sociale e produttivo della Valle del Chiese. Da un lato ci sono i dipendenti, che devono ancora ricevere mesi di emolumenti arretrati. Nel loro caso la luce in fondo al tunnel è rappresentata dallo Stato, che tramite l'Inps provvederà a farsi carico delle loro spettanze. Non è ideale, ma è una soluzione. Diverso, e più complicato da risolvere, è invece il caso dei crediti dei fornitori e quello della socializzazione dei costi per i canoni d'affitto non pagati. Ritengo necessario che la Provincia si attivi per monitorare la situazione e valutare un intervento, fermo restando che fra i maggiori creditori c'è la controllata provinciale Trentino Sviluppo, alla quale, come minimo, va chiesto di prestare maggiore attenzione nella selezione delle imprese a cui dà in uso immobili di proprietà pubblica».
Il sindaco di Storo, Nicola Zontini, contattato ieri dal Trentino per un commento, ha per ora preferito non rilasciare dichiarazioni.
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