«Rilancio delle aree agricole abbandonate» 

Borgo Chiese, il presidente del Consorzio Spada punta anche sulla gestione dell’acquedotto di Sorino


di Stefano Marini


BORGO CHIESE. La cura della campagna come veicolo per lo sviluppo del territorio e crescita economica. Il Consorzio di Miglioramento Fondiario di Condino, Cimego, Brione e Castel Condino ci crede e col suo presidente, Domenico Spada, punta forte sul recupero delle aree abbandonate, ma ci sono anche sviluppi importanti nella gestione dell'acquedotto del Sorino e nel rapporto coi vicini del Cmf di Storo.

«Nei prossimi anni l'obiettivo che il Cmf di Condino, Cimego Brione e Castel Condino deve porsi è il rilancio delle aree con potenziale agricolo inespresso - dice Domenico Spada - penso ad esempio alla zona che dal torrente Sorino risale a lambire l'abitato di Condino, una fascia con caratteristiche uniche, oggi poco sfruttata ma che potrebbe diventare un giardino conferendo valore ai terreni. Grazie all'acquedotto del Sorino infatti potremmo portare acqua alle proprietà e permettere coltivazioni come la vite, la castagna e i piccoli frutti, da armonizzare al contesto paesaggistico».

Un progetto possibile... a certe condizioni: «Le possibilità di sviluppo agricolo, turistico e occupazionale ci sono tutte - specifica Spada - per coglierle però deve esserci l'impegno dei consorziati, perché alle cose che si ottengono gratis non si da il peso che meritano mentre per la valorizzazione del territorio sono fondamentali consapevolezza, impegno e collaborazione. Per fortuna c'è interesse e già parecchi consorziati hanno chiesto accesso all'irrigazione dei loro fondi».

Un risultato non scontato. Da tempo infatti si vocifera che più di un allaccio all'acquedotto del Sorino sia meno che regolare. Un tema spinoso, ma Spada non si tira indietro: «Una delle chiavi di quest'operazione è proprio la regolarizzazione degli abusivi - continua il presidente del Cmf - non parliamo di grandi cifre, 15 euro all'anno, però almeno quelli vanno versati. Non è pensabile di mettere a frutto la zona dal Sorino con qualcuno che partecipa e qualcun altro che se ne approfitta. Ciascuno deve fare la propria parte, tiriamo una riga sul passato ma per il futuro mettiamoci in regola». Spada ha le idee chiare anche riguardo l'acquedotto del Sorino e il rapporto col Cmf di Storo: «Ci siamo accordati per suddividere l'utilizzo dell'acquedotto. Il Cmf di Storo si occuperà del suo territorio e noi del nostro. Per l'opera di presa in sé la gestione operativa ricadrà su di noi, con un contributo del 50% dei costi da parte dei nostri vicini storesi. Per ora pensiamo a piccole opere di manutenzione e messa in sicurezza, ma in futuro programmiamo lavori di filtraggio e uno sdoppiamento delle vasche che permetterebbe una gestione completamente separata dell'acquedotto. Voglio che si capisca bene che noi non abbiamo problemi col Cmf di Storo anzi vogliamo collaborare. Separare e definire compiti e ruoli serve proprio a porre una base solida per continuare ad andare d'accordo».













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