Prg, tutti incompatibili arriverà il commissario
Pinzolo, 16 consiglieri su 16 hanno dovuto lasciare l’aula per interessi diretti nel Piano regolatore. Approvato invece il bilancio di previsione da 20,5 milioni
PINZOLO. Una variante al piano urbanistico destinata a far parlare di sé quella del Comune di Pinzolo, che mercoledì sera doveva passare in consiglio comunale per una prima adozione e invece verrà commissariata. Qualcuno in maggioranza era di traverso e ha fatto mancare il numero legale? Una accesa discussione tra maggioranza e opposizione ha fatto emergere vizi formali? Macché. Semplicemente quando il segretario comunale Raffaele Binelli ha letto pubblicamente l’articolo 14 delle leggi regionali sull’ordinamento dei Comuni, riguardante l’obbligo di astensione e le circolari provinciali che lo esplicano, tutti i 16 consiglieri presenti si sono alzati e sono usciti dall’aula dichiarandosi incompatibili. Pare incredibile ma tutti e 16 hanno temuto di avere direttamente o indirettamente interessi in campo.
Eccesso di scrupolo o coincidenza di un Prg che vede interessate proprietà di privati o associazioni riferibili a tutti e 16 i consiglieri? Diffide dirlo ora, una cosa è certa: una evenienza di questo genere è veramente rara. Ma che cosa contempla questo fantomatico articolo 14 da far temere a tutti i consiglieri di essere incompatibili? L’articolo 14 (e soprattutto l’interpretazione che i giudici del Tar e del Consiglio di Stato ne hanno fatto in casi di controversie passate) inducono a pensare che anche un minimo dubbio circa un proprio coinvolgimento, deve indicare al consigliere comunale di astenersi dalla votazione per evitare di compromettere la legittimità dell’atto. Di fronte ad ogni interesse «concreto, immediato, attuale ed economico» ma anche «potenziale che potrebbe diventare attuale di lì a qualche anno», ad ogni «comprovata situazione di vantaggio derivante dalle norme approvate, anche se queste hanno carattere generale e non puntuale» e a ogni «prescrizione di carattere programmatico ed astratto», il consigliere ha il dovere di astenersi.
In evidente imbarazzo il sindaco Michele Cereghini. «Siamo di fronte ad una normativa sull’obbligo dell’astensione di una rigidità assoluta, che non ammette deroghe o eccezioni e che risulta ancora più stringente visti gli orientamenti giurisprudenziali - ha dichiarato -. Nelle piccole comunità, vuoi per lavoro, vuoi per amicizie, vuoi per impegni sociali, le situazioni di interesse sono inevitabili e diventa quasi obbligatorio affidarsi ad un commissario. Pur essendo consapevoli di aver fatto tutto a regola d’arte, la normativa non ci permette di votare con serenità e con la trasparenza che ha sempre incernierato il nostro credo politico». E quindi dopo un anno e mezzo di lavoro, mica si poteva inficiare lo strumento urbanistico principale in mano alla amministrazione comunale. «Forse meglio che sia una persona nominata e assolutamente super partes a valutare eventuali interessi di chi ha adottato in Prg», hanno pensato i consiglieri. Prima della seduta consiliare, erano date per certe soltanto 4 dichiarazioni di incompatibilità, per già noti interessi diretti e il numero legale per l’approvazione era garantito. Poi, inatteso, il fulmine a ciel sereno.
Tra i provvedimenti adottati mercoledì sera l’approvazione del Bilancio triennale di previsione, passato con la sola astensione della minoranza. Il bilancio per il 2018 si assesta su 20.592.422,00 euro in cui le voci di spesa significative sono costituite dai 12.830.287,00 euro di parte corrente, ovvero le spese vive, e dai 4.800.052,00 euro in conto capitale, ovvero gli investimenti programmati. (e.b.b.)