darzo 

Ponte sul Chiese, assemblea del Cmf per raccogliere fondi

DARZO. «Giovedì 8 febbraio alle ore 20.30 nella sala pubblica nella casa sociale di Darzo è indetta una assemblea popolare aperta sulle questioni del ponte». Questo il preambolo che apre i manifesti...



DARZO. «Giovedì 8 febbraio alle ore 20.30 nella sala pubblica nella casa sociale di Darzo è indetta una assemblea popolare aperta sulle questioni del ponte». Questo il preambolo che apre i manifesti affissi da ieri in tutti i locali e nelle bacheche di Lodrone e Darzo. Il Consorzio Miglioramento Fondiario di Darzo e Lodrone, messo alle strette dal Servizio Agricoltura della Provincia che gli chiede indietro l'esorbitante cifra di 918 mila euro e rotti per la costruzione di un ponte agricolo sul fiume Chiese, apre le porte a soci e non per spiegare la situazione e chiedere sostegno economico per il ricorso che l'ente si appresta a presentare al Tar di Trento contro la richiesta di cui sopra. L'annuncio prosegue come una vera e propria chiamata alle armi: «A causa di un cavillo burocratico - si legge - la Provincia minaccia di chiedere la restituzione del contributo di euro 920.000. Nell'assemblea verranno date tutte le informazioni e verrà spiegato perché è necessario difendere il ponte in tribunale. È importante la presenza di tutti all'assemblea ove verrà avviata la raccolta fondi per le spese di causa».

Il "cavillo burocratico" cui si fa riferimento sarebbe il fatto che il Cmf di Darzo e Lodrone ha gestito i lavori per la realizzazione del ponte sul fiume Chiese in un'area interamente appartenente al territorio del Cmf di Storo. Infatti il ponte parte dalla sponda sinistra del fiume Chiese ma anche la particella di arrivo, la 3822/1, che pur risulta di proprietà dell'Asuc di Darzo è sita nel comune catastale di Storo. I Cmf possono solo operare nel proprio territorio e non su quello di enti contigui e la Provincia contesta una dichiarazione del presidente del Cmf Narciso Marini, che nel 2010 attestava la conformità dei terreni a quanto richiesto per concedere il finanziamento. Ulteriore complicazione: all'epoca il Cmf si rese disponibile a realizzare il ponte dietro insistenze del Comune di Storo, infatti gli enti di miglioramento fondiario godono di finanziamenti migliori rispetto alle amministrazioni pubbliche. Per di più in quegli anni la gestione della segreteria del Cmf era sotto il controllo del Comune di Storo.

Un ginepraio, insomma. Da vedere cosa succederà domani sera, ma il rischio che a doverci mettere quasi un milione di euro per un ponte voluto e poi ceduto al Comune siano tutti i proprietari di fondi di Darzo e Lodrone appare oggi concreto. (s.m.)













Scuola & Ricerca

In primo piano