La lite fra due concittadini finisce a insulti razziali 

L’episodio è stato denunciato ai carabinieri di Tione da un residente di Pelugo «Mi ha dato fastidio non tanto le parolacce, ma lo spavento subito dalle bimbe»


di Stefano Marini


VAL RENDENA. Insulti a sfondo razziale. Questa la pesante accusa lanciata da Celai Fidan, cittadino italiano residente a Pelugo nei confronti di un suo compaesano, di cui conosce nome e cognome, che lo avrebbe apostrofato con epiteti gravemente ingiuriosi conditi da espressioni inequivocabilmente razziste mentre stava impegnando uno stop con la sua automobile. Celaji Fidan è nato nel 1981 nell'allora Jugoslavia. Da anni vive in Italia e più precisamente nel comune di Pelugo, dove ha messo su famiglia che mantiene col suo lavoro di operaio.

Avendo ottenuto la cittadinanza, Celaji è italiano a tutti gli effetti e all'interno della sua piccola comunità si ritiene ben integrato ma a quanto denuncia ciò non ha impedito che a fine agosto fosse comunque oggetto di uno sgradevolissimo episodio che lo ha colpito al punto da indurlo a sporgere querela per "minaccia con sfondo razziale" ai carabinieri di Tione.

I fatti come rappresentati da Celaji Fidan ai militari di Tione sono i seguenti. Sul far della sera del 29 agosto scorso l'operaio ha caricato in auto le figliolette Sara e Arianna ed è uscito di casa per recarsi a fare la spesa al supermercato di Spiazzo. Tempo di arrivare allo stop che delimita l'accesso alla statale 239 che alle sue spalle è sopraggiunta una seconda automobile, guidata dal suo compaesano. Forse spazientito dall'attesa, quest'ultimo ha cominciato a suonare con insistenza il clacson. Non potendo procedere a causa del traffico Celaji è rimasto fermo, aspettando di muoversi una volta che le corsie fossero state sgombre. Questo ha fatto però infuriare il conducente dell'altra auto, che ha iniziato a sgasare il motore per profondersi anche in una serie di pesanti insulti e minacce. La situazione ha allarmato le bambine che spaventate hanno cominciato a piangere. Alla fine Celaji è riuscito a imboccare la statale ma la diatriba non è finita lì. A quanto dichiara Celaji infatti, l'auto condotta dal querelato, si è immessa dietro di lui seguendolo a ruota per alcune centinaia di metri, dopo di che ha proceduto al sorpasso, stringendo di colpo di fronte all'auto condotta dall'operaio, una manovra che ha fatto ritenere a Celaji di aver rischiato di finire fuori strada.

L'evento ha molto colpito Celaji Fidan che dopo un paio di giorni e dopo averne discusso con alcune persone a lui vicine ha deciso di sporgere querela, ma come spiega egli stesso: «Alcuni amici mi hanno consigliato di lasciar perdere, ho detto loro che se questa persona si fosse scusata non avrei fatto nulla - precisa - passati due giorni non si è presentato nessuno e quindi ho sporto querela. Sono però disponibile a ritirarla, a patto che il signore in questione venga da me e si scusi. A darmi fastidio non sono tanto gli insulti di per sé quanto lo spavento subito dalle mie bambine e il fatto che siano state esposte anche loro ad una situazione così umiliante».















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