La lite fra due concittadini finisce a insulti razziali
L’episodio è stato denunciato ai carabinieri di Tione da un residente di Pelugo «Mi ha dato fastidio non tanto le parolacce, ma lo spavento subito dalle bimbe»
VAL RENDENA. Insulti a sfondo razziale. Questa la pesante accusa lanciata da Celai Fidan, cittadino italiano residente a Pelugo nei confronti di un suo compaesano, di cui conosce nome e cognome, che lo avrebbe apostrofato con epiteti gravemente ingiuriosi conditi da espressioni inequivocabilmente razziste mentre stava impegnando uno stop con la sua automobile. Celaji Fidan è nato nel 1981 nell'allora Jugoslavia. Da anni vive in Italia e più precisamente nel comune di Pelugo, dove ha messo su famiglia che mantiene col suo lavoro di operaio.
Avendo ottenuto la cittadinanza, Celaji è italiano a tutti gli effetti e all'interno della sua piccola comunità si ritiene ben integrato ma a quanto denuncia ciò non ha impedito che a fine agosto fosse comunque oggetto di uno sgradevolissimo episodio che lo ha colpito al punto da indurlo a sporgere querela per "minaccia con sfondo razziale" ai carabinieri di Tione.
I fatti come rappresentati da Celaji Fidan ai militari di Tione sono i seguenti. Sul far della sera del 29 agosto scorso l'operaio ha caricato in auto le figliolette Sara e Arianna ed è uscito di casa per recarsi a fare la spesa al supermercato di Spiazzo. Tempo di arrivare allo stop che delimita l'accesso alla statale 239 che alle sue spalle è sopraggiunta una seconda automobile, guidata dal suo compaesano. Forse spazientito dall'attesa, quest'ultimo ha cominciato a suonare con insistenza il clacson. Non potendo procedere a causa del traffico Celaji è rimasto fermo, aspettando di muoversi una volta che le corsie fossero state sgombre. Questo ha fatto però infuriare il conducente dell'altra auto, che ha iniziato a sgasare il motore per profondersi anche in una serie di pesanti insulti e minacce. La situazione ha allarmato le bambine che spaventate hanno cominciato a piangere. Alla fine Celaji è riuscito a imboccare la statale ma la diatriba non è finita lì. A quanto dichiara Celaji infatti, l'auto condotta dal querelato, si è immessa dietro di lui seguendolo a ruota per alcune centinaia di metri, dopo di che ha proceduto al sorpasso, stringendo di colpo di fronte all'auto condotta dall'operaio, una manovra che ha fatto ritenere a Celaji di aver rischiato di finire fuori strada.
L'evento ha molto colpito Celaji Fidan che dopo un paio di giorni e dopo averne discusso con alcune persone a lui vicine ha deciso di sporgere querela, ma come spiega egli stesso: «Alcuni amici mi hanno consigliato di lasciar perdere, ho detto loro che se questa persona si fosse scusata non avrei fatto nulla - precisa - passati due giorni non si è presentato nessuno e quindi ho sporto querela. Sono però disponibile a ritirarla, a patto che il signore in questione venga da me e si scusi. A darmi fastidio non sono tanto gli insulti di per sé quanto lo spavento subito dalle mie bambine e il fatto che siano state esposte anche loro ad una situazione così umiliante».