La gestione degli schianti sul tavolo del Bim, Storo si sfila
Riunione animata. In discussione la convenzione sulla gestione della biomassa tra il consorzio e la controllata Esco Bim e Comuni del Chiese spa. Bocciata la richiesta della delegata storese che chiedeva di farla tornare ai consigli comunali
Borgo chiese. Riunione dei delegati del Bim del Chiese piuttosto accesa mercoledì sera a Borgo Chiese. Oggetto del contendere, l'approvazione della convenzione tra il consorzio Bim e la sua controllata Esco Bim e Comuni del Chiese spa per la cessione e il recupero della biomassa legnosa. La delegata di Storo Lara Gelmini ha chiesto di far tornare la "convenzione schianti" ai Consigli Comunali che l'avevano approvata, perché quanto in discussione fra Bim ed Esco Bim mutava il quadro d'insieme ad essa relativo. Ipotesi rigettata dal presidente del Bim Severino Papaleoni, irremovibile sul punto. Alla fine il consiglio ha approvato il documento con la sola astensione della delegata storese.
Assemblea “rovente”
L'assemblea si infiammava quasi subito. Da un lato Lara Gelmini che sottolineava come il documento che il consiglio dei delegati era chiamato ad approvare a suo parere modificasse il quadro sottostante alla "convenzione schianti" precedentemente approvata da tutti i Consigli Comunali con cui si individuava nel Bim l'ente capofila per la gestione degli schianti arborei succeduti alla tempesta Vaia.
Prudenza e legittimità
Gelmini invocava prudenza e sottolineava come sulla legittimità di certi atti bisognasse andare con i piedi di piombo. Il Bim, spiegava Gelmini, era capofila di una convenzione che comprendeva quasi tutti i comuni del Chiese e alcune Asuc per la gestione degli schianti. La cosiddetta "convenzione schianti" appunto. A suo parere però seconda convenzione fra Bim e Esco Bim con cui il primo ente chiedeva alla sua controllata di gestire la biomassa legnosa (cioè lo scarto delle lavorazioni forestali) sempre derivante dagli schianti, modificava le cose, ad esempio col riconoscimento di un corrispettivo di intermediazione pari al 10% del prezzo di cessione del materiale a favore di Esco Bim.
La controllata non gestirà in prima persona le operazioni, visto che a sua volta le affiderà tramite gara a dei privati. Il 10% ad essa garantito, questa la tesi di Gelmini, si configurerebbe come una sorta di intermediazione non prevista nell'originaria "convenzione schianti".
Il presidente Papaleoni
Radicalmente diversa la posizione del presidente del Bim, Severino Papaleoni, per il quale la prima convenzione dava semplicemente al consorzio la possibilità di gestire gli schianti come più ritenesse opportuno e nel caso specifico assegnare ad Esco Bim il compito di fare le gare sgravava il Bim stesso da incombenze per esso gravose, per cui il riconoscimento del 10% era a suo parere del tutto giustificato, tanto più che la conferenza dei sindaci aveva concesso il proprio imprimatur alla convenzione fra Bim e Esco.
Gelmini eccepiva poi su un altra questione. La convenzione fra Bim e Esco Bim prevedeva anche che il Bim si facesse carico della biomassa legnosa degli extra schianti (cioè non relativa ai danni della tempesta Vaia) per il Comune di Valdaone, ritenendo poco corretto inserire in una convenzione fra 2 specifici enti anche l'accordo diretto fra il Bim e un singolo Comune.
Per superare la divergenza, la segretaria del Bim Lara Fioroni suggeriva che il Bim avrebbe potuto stralciare l'accordo con Valdaone per poi stipularlo separatamente dalla convenzione. Proposta cassata dal presidente Papaleoni, per il quale si sarebbe trattato solo di un lavoro inutile e dispendioso in termini di tempo a fronte della necessità di partire quanto prima con le operazioni di recupero del materiale.
Le diverse vedute non trovavano composizione, Gelmini si asteneva e la convenzione risultava approvata senza il sostegno di Storo.
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