Il parco al Palvico chiede aiuto 

Quattro passi nel degrado. L’area di Storo è dotata di potenziale paesaggistico e turistico ma si trova in condizioni di incuria e abbandono Piante sradicate dal maltempo, panchine marce, detriti delle piogge torrenziali e capitelli dimenticati non sono un bel biglietto da visita


Stefano Marini


Storo. Piante sradicate dal vento delle scorse settimane anche al parco al Palvico di Storo, ma lo schianto di alcuni pini non è l'unico problema di un'area dotata di buon potenziale scenico e turistico, che denuncia gravi problemi e abbisognerebbe di un rilancio.

Detriti datati

Entrando al parco al Palvico di Storo, così chiamato in onore del torrente che scorre nei pressi, si viene accolti dai detriti. È il "ricordo" di uno smottamento avvenuto a seguito delle piogge torrenziali dell'estate 2017. Ghiaia e sassi vennero prontamente rimossi dalla statale 240 per la Val di Ledro. Non così per la pineta fra i tornanti, e così il sottobosco resta invaso dalle scorie di quell'alluvione, stagliandosi proprio sopra il cippo marmoreo che dovrebbe indicare l'ingresso al parco al Palvico. Il condizionale è d'obbligo perché il blocco di marmo reca una scritta in caratteri romani ormai quasi illeggibile, annerita com'è da intemperie e smog. La prima impressione trova conferme a pochi metri di distanza, dove un altro cippo, sempre in marmo, giace riverso alla biforcazione dei percorsi che conducono nell'area parco vera e propria. Proseguendo su quello superiore c'è però anche qualcosa di bello e piacevole.

La “bellezza” del viale

Il viale alberato è ordinato e quasi intimo e dopo poco si apre a declivio sulle rive del Palvico, un posto ideale per una scampagnata con la famiglia, un bagno estivo o una battuta di pesca fra amici. Lo spiazzo ospita numerose postazioni barbecue in pietra. Qui torna a far capolino l'incuria, perché più d'una di esse è stata lordata dallo spray di qualche emulo fallito di Banksy e lo stesso si può dire dei tavoli e delle panchine sparsi per tutta l'area. Purtroppo non è l'unico problema che denunciano.

Panchine deturpate

Tutte le tavolate e le panche sono in legno laccato bianco, solo che tempo, intemperie e incuria le hanno annerite, hanno eroso gran parte dello strato protettivo ed hanno fatto marcire il legno in più punti. Si aggiungono poi altre "incongruenze".

Colonne asimmetriche

Il parco ospita numero 2 colonne, piazzate ai 2 lati della strada senza simmetria apparente, il capitello vorrebbe rappresentare una fonte gorgogliante, ma anche qui il colore del marmo è opacizzato. Sul crinale a monte c'è un canale di deflusso delle acque in metallo visibilissimo e del tutto avulso dal contesto. Alcune delle panchine sono piazzate a vista Palvico. L'idea era probabilmente di permettere a chi avesse voluto sedersi su di esse di contemplare lo scorrere delle acque del torrente attorniati dalla natura. Bella idea, peccato che gli arbusti siano cresciuti rigogliosi occludendo gran parte dello scenario alla vista. Uscendo dal parco infine si trova un altro cippo, questa volta il legno e cemento, anch'esso riverso a bordo percorso, in una sorta di bizzarra e perversa simmetria rispetto all'ingresso.

Gli schianti

A tutto questo vanno aggiunti gli schianti di numerosi pini avvenuti un paio di settimane fa. Una volta informato il Comune è intervenuto a rimuoverli e già ieri non erano più presenti. I problemi del parco al Palvico di Storo però non possono essere risolti in maniera così semplice ed è un peccato che un area pubblica dal potenziale così interessante non abbia trovato una valorizzazione adeguata, che potrebbe renderla un ritrovo d'eccezione per le famiglie di Storo e non solo.















Scuola & Ricerca

In primo piano