Fondo ex caseificio di Darzo: «Dateci i soldi per il futuro dei nostri figli» 

Affollata assemblea informativa. Mancano solo sette giorni al referendum per decidere sulla destinazione dell’importante gruzzolo Fra le due ipotesi sul piatto è stata maggiormente apprezzata la volontà di affidare gli oltre 100 mila euro all’associazione “Miniere Darzo”


Stefano Marini


Darzo. Sette giorni alla decisione finale sulla destinazione degli oltre 100 mila euro del “fondo ex caseificio di Darzo” e le tensioni nella frazione di Storo iniziano a farsi sentire. Venerdì sera la casa sociale ha ospitato una serata informativa per spiegare alla popolazione il progetto di rilancio del sito minerario di Marigole. Il messaggio degli organizzatori era semplice, votare per dare tutti i soldi all'associazione “Miniere Darzo” in modo da sostenere lo sviluppo turistico di Darzo e dare un’opzione occupazionale in più alle nuove generazioni di darzesi.

In sala però non tutti sono stati d’accordo, con numerosi interventi a sostenere opzioni alternative e anche qualche polemica nei confronti dell'amministrazione comunale rea di aver lasciato la riunione dopo un breve comunicato tecnico.

La consultazione del 16

La decisione su come destinare i 100 mila e rotti euro del fondo “ex caseificio” sarà presa domenica 16 dai darzesi con una consultazione aperta dai 16 anni in su dalle 18 alle 22. Le opzioni sono dare tutto il denaro a “Miniere Darzo” oppure lasciare la cifra all'amministrazione comunale che si impegna a spenderlo per l'abitato.

In sala c’erano circa 60 persone, fra cui anche esperti chiamati a portare esempi di sviluppo simili a quello cui “Miniere Darzo” vorrebbe dar corpo. Ad aprire la serata è stata la vicesindaco, Stefania Giacometti, accompagnata da Lara Gelmini, che si è limitata a spiegare il funzionamento della consultazione per poi lasciare la sala.

Gli interventi

Sono poi partiti gli interventi a favore del progetto di rilancio delle miniere di Marigole. Il presidente della Pro loco Matteo Briani ha dato conto del supporto delle associazioni. Tommaso Beltrami di “Miniere Darzo” ne ha spiegato le potenzialità turistiche. Il presidente di “Miniere Darzo” Emanuele Armani ha ragionato sulle potenzialità di sviluppo per il paese di Darzo. Santo Piccinelli e Franco Franzoni hanno portato ad esempio il Parco delle Fucine di Casto, partito in autofinanziamento e che oggi arriva ad ospitare 60 mila visitatori all'anno. Infine anche la vicepresidente del consorzio turistico del Chiese, Nadia Baldracchi, ha sposato il progetto che a suo parere ben si inserirebbe nel contesto dell'offerta turistica di valle.

Le soluzioni alternative

Chi voleva un cippo per ricordare i caduti, chi la sistemazione di un capitello, chi puntava sulla messa in sicurezza della strada per Marigole e infine chi, come Alessandro Giacco, comandante dei vigili del fuoco volontari di Storo, ha suggerito che se la popolazione non si esprimerà a favore dell'”opzione A”, parte dei soldi potrebbero essere utilizzati per restaurare l'antico carro dei pompieri del 1896 che ancora porta la scritta "Comune di Darzo". Discussione che si è dunque accesa, con la tesi dei sostenitori di “miniere Darzo”" ben sintetizzata da Emanuele Beltrami e riassumibile in «Diamo i soldi alla Miniera per dare un futuro lavorativo ai nostri figli qui a Darzo». Molti dubbi lanciati verso l' “opzione B” che per numerose convenuti potrebbe portare il Comune di Storo a spendere i soldi per azioni “dovute” a Darzo.













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