borgo chiese 

Donna Isa ha chiuso il “Corona” 

Lo storico albergo era punto di ritrovo per locali e turisti


di Aldo Pasquazzo


BORGO CHIESE. Da qualche mese a questa parte a Condino lo storico albergo Corona ha chiuso i battenti. Donna Isa Spada, moglie del compianto Giovanni Nino Pellizzari, alla soglia di 84 anni e non avendo figli, ha scelto di farsi in disparte. Lo ha fatto nel modo più semplice, senza annunci o commiati. «Alla mia età era giusto lasciare - racconta - Nipoti, pronipoti e cognata rappresentano pur sempre una buona sponda di fronte ad ogni evenienza, anche se quotidianamente sono affiancata da amiche di ieri e di oggi che mi portano a fare i soliti due passi. Ma l’attività ho deciso di chiuderla». L'albergo Corona ha rappresentato per quasi un secolo un punto di incontro e riferimento per locali e non. Posto telefonico notturno unico da Storo a Tione per anni e recapito Sisal. Da Trento a Brescia era più noto il Corona che tutta la valle del Chiese messa assieme. «Prima degli anni 50 l'esercizio era dislocato in Via Lamarmora nelle adiacenze della farmacia Luigi Maturi, mercerie Ernesto e Franca Bondoni e dell'orologiaio Remo Gualdi, detto Caciait. Poi la realizzazione della nuova struttura di adesso. Medici, rappresentanti di commercio e personale impiegatizio trovavano casa dentro quell'edificio all'epoca gestito in cucina da Giuseppina Tarolli Quarta e dalla figlia Nella, oltre che da Giovanni. Erano i tempi del compianto dottore Mario Delaiti e poi del collega Paolo Tilli che sostituivano l'allora titolare di condotta Giuseppe Goglio. Tilli, originario di Firenze e da tempo pure lui deceduto, era poi subentrato nella condotta al chirurgo di Ossana (Valle di Sole) una volta che quest'ultimo era andato in pensione.

«Negli anni tra il 1954 e il 1960 al Corona alloggiava pure personale tecnico in occasione dei lavori idroelettrici di Cimego e Valdaone. Allora (prima di trasferirsi alla casa delle suore a Fontanaedo di Roncone) per un certo periodo anche il regista Ermanno Olmi, deceduto in questi giorni, aveva preso alloggio in quella struttura, in quanto stava girando (1959) un documentario sui lavori, utilizzando come attori la coppia condinese composta da Franco Togni e Maria Vittoria Ferrari. Due figure che all'epoca sapevano fare immagine e intrattenimento. La Ferrari è tuttora nota al pubblico cittadino come storica cassiera al cinema Vittoria di via Manci».

Ma il Corona di allora apriva solitamente alle 6, domeniche comprese, quando donna Giuseppina (moglie di Fortunato Quarta elettricista) sfornava i primi caffè e intratteneva coloro che prendevano la corriera per Trento, Riva del Garda o per Brescia. Prima ancora, alla casa vecchia tanto per intenderci, c’era una delle uniche tv in bianco e nero dove il giovedì e al sabato tutti si accalcavano a seguire quelle prime trasmissioni a premi “Lascia o Raddoppia” (1955) oppure il “Musichiere” (1960) condotte rispettivamente da Mike Bongiorno e Mario Riva, oppure il tg il cui mezzo busto al di là della scrivania sedeva un certo conduttore che di nome faceva Riccardo Paladini.













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