Corsa ad ostacoli per aiutare la difesa del Cmf di Darzo 

La colletta per il ricorso sul ponte: lunga ricostruzione del presidente Marini in un’assemblea ad alta tensione


di Stefano Marini


DARZO. Giovedì grasso è ovunque giornata dedicata all'allegria e al divertimento. L'altro ieri sera era giovedì grasso anche a Darzo, ma di voglia di ridere nella casa sociale del paese ce n'era ben poca. La sala riunioni della struttura ha ospitato una assemblea aperta del Consorzio Miglioramento Fondiario di Darzo e Lodrone rivelatasi per tanti versi drammatica. Di fronte a circa 40 presenti il presidente dell'ente, Narciso Marini, ha fatto il punto della situazione rivelando che in ballo non c'è più "solo" la richiesta della Provincia di riavere indietro dal Cmf 918 mila euro e rotti di finanziamenti per la realizzazione del ponte sul Chiese, ma che riguardo alla vicenda sono aperti anche procedimenti amministrativi e penali.

Sul palco Narciso Marini è apparso stanco, provato ma non domo: «Prendemmo in mano il Cmf nel 2007 con spirito di volontariato perché all'epoca era commissariato - ha dichiarato - nel 2009 si manifestò l'ipotesi di finanziamento del ponte e prendemmo la palla al balzo. Di buon grado presentammo le domande su un progetto comunale, ci accordammo con Vigilio Giovanelli iniziando l'iter per la costruzione del ponte. Rimanevano scoperti gli interessi passivi sul mutuo perché la Provincia paga a scadenze lunghe. Qui, primo errore personale, mi sono fidato del vicepresidente del Bim, Adriano Malcotti, che ci promise che le coperture degli interessi sarebbero state garantire da quell'ente. Di recente invece abbiamo scoperto che non c'è mai stato niente di scritto e siamo rimasti con più di 30 mila euro da pagare».

A questo punto Narciso Marini ha attaccato la stampa locale per aver messo in cattiva luce il Cmf e il suo presidente. Ha dichiarato di aver avvertito i delegati di voler cercare di partecipare all'opera come subappaltatore. Di aver dato le proprie cariche in mano al suo vicepresidente. Ha rivendicato di aver realizzato un’opera pubblica per conto del Comune di Storo con un risparmio complessivo di 290 mila euro sul previsto. Ha attaccato il consigliere provinciale Degasperi per l'interrogazione sui confini del Cmf che avrebbe scatenato tutto il meccanismo a seguire.

«Mi viene contestato di aver firmato delle carte nel 2010 dove si dice che i confini del Cmf di Darzo e Lodrone arrivano dove poggia il ponte. Invece è risultato che il ponte è tutto sul comune catastale di Storo. Figurarsi se sapendolo avrei firmato 4 atti notori, ma del resto non mi ero posto il problema perché dal 2008 avevamo portato la segreteria in Comune affidandoci agli uffici comunali per cui eravamo tranquilli. Il 14 di dicembre scorso invece ci è arrivata una lettera che ci dava 10 giorni per rendere conto del ponte».

Marini ha spiegato che le giustificazioni presentate al Servizio agricoltura col segretario Giovanni Berti sono state trattate "come carta straccia". Che si è provato a "contattare la politica" ma che "si rifiutavano di parlare, come se avessero il coltello alle spalle". Da lì il presidente ha detto di aver capito che oltre all'interrogazione c'era dell'altro. Indagini, palesatesi sottoforma della Guardia di Finanza che sul finire di gennaio ha sequestrato le carte del ponte e poi con una convocazione del sostituto procuratore Pasquale Profiti. A questo punto serve un legale, che ha un costo, da cui la necessità di raccogliere fondi, per i quali verrà predisposto un conto su cui chi vorrà potrà fare versamenti per aiutare il Cmf a difendersi.

A dare sostegno a Marini è salito sul palco anche il sindaco di Storo Luca Turinelli. Il primo cittadino ha espresso vicinanza politica e umana al presidente del Cmf, promettendogli un sostegno personale, ma ha per motivi legali ha precisato che è impossibile il Comune paghi o sostenga le cause del Cmf.

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