Comune Rendena: la mozione sarà discussa in aula
BOCENAGO. Il “Comune di Rendena Terme” può essere una realtà? A chiederselo è il “Gruppo Minoranza Bocenago”, composto da Moreno Marras, Mara Morganti, Riccadonna Alfonso e Luca Riccadonna, con una...
BOCENAGO. Il “Comune di Rendena Terme” può essere una realtà? A chiederselo è il “Gruppo Minoranza Bocenago”, composto da Moreno Marras, Mara Morganti, Riccadonna Alfonso e Luca Riccadonna, con una mozione al Comune di Bocenago e inviata a Strembo e Caderzone Terme. Caldeggiano che ciò accada «secondo le normative vigenti e le opportunità istituzionali in corso», informando i Comuni di Spiazzo e Pelugo. I 4 esponenti di Bocenago chiedono a Walter Ferrazza, Giuliana Boroni, Silvana Riccadonna e Bruno Tisi che «prima delle elezioni comunali del maggio 2020» nasca «un nuovo progetto di fusione tra Strembo, Bocenago e Caderzone Terme, con il coinvolgimento iniziale anche di Spiazzo e Pelugo per garantire loro collaborazione futura».
L’agenda
La minoranza consiliare di Bocenago detta l’agenda per far nascere “Rendena Terme”. Primo «istituire una Commissione consiliare», estesa a Strembo e Caderzone Terme per «proporre un nuovo progetto di fusione nel Comune unico “Rendena Terme”». Secondo «programmare incontri con la Giunta Provinciale, il nuovo Assessore agli Enti Locali e la popolazione dei tre Comuni per confrontarsi e ripresentare un nuovo referendum». Terzo «coinvolgere inizialmente i Comuni di Spiazzo e Pelugo, che ora partecipano alla gestione associata dei servizi, per sentire la loro opinione a riguardo e per verificare l’eventuale possibilità di una loro partecipazione al processo di fusione, per garantirgli l’eventuale collaborazione futura».
Incontri fra consigli e giunte
Il “Gruppo Minoranza Bocenago” prosegue proponendo «oltre ad analisi tecnico giuridiche, anche incontri con i tre Consigli e Giunte comunali e con la popolazione interessata per valutare ogni indicazione e perplessità che potrà emergere tra i soggetti coinvolti», senza dimenticare di «comunicare alla popolazione dei territori dei Comuni coinvolti la possibilità di mantenere le prerogative dei propri territori tramite l’eventuale costituzione di Asuc comunali sui beni gravati da uso civico». Visto che il referendum del 7 giugno 2015 «ha avuto esito negativo per soli due voti a Bocenago, risulta necessario se si vorrà riproporre un percorso di fusione che gli amministratori organizzino incontri con la popolazione per far capire l’importanza di questo rinnovato progetto sia per i risparmi di gestione derivanti, ma anche per una migliore e moderna gestione dei servizi comunali e per avere piani di sviluppo coordinati ed omogenei». Infine «confermare che la fusione non rappresenta la perdita dell’identità: mantiene intatta la sua cultura, le sue tradizioni e la gestione delle sue proprietà e del suo territorio».