Canti, preghiere e fedeli auguri a don Mengarda
VAL RENDENA. Domenica scorsa, in una splendida giornata di sole ben 180 Pellegrini, accompagnati dagli scout, partiti dall’oratorio di Pinzolo di buon mattino hanno raggiunto a piedi la Madonna di...
VAL RENDENA. Domenica scorsa, in una splendida giornata di sole ben 180 Pellegrini, accompagnati dagli scout, partiti dall’oratorio di Pinzolo di buon mattino hanno raggiunto a piedi la Madonna di Campiglio, con canti, preghiere, testimonianze e storie di vita hanno riscoperto i valori di condivisione, ascolto, amicizia e del faticare assieme. Tra loro molti giovani, segno evidente che la Pastorale giovanile coordinata da Monica Collini riesce a coinvolgere e rendere protagonisti i giovani dell’intera Val Rendena.
Domenica è stata una giornata speciale, vissuta intensamente da oltre 500 persone di tutta la Rendena, che hanno riempito la grande chiesa di Santa Maria nuova, alla presenza dei Parroci della Valle don Romeo Zuin (Campiglio, Mavignola), don Flavio Girardini (Pinzolo, Giustino e Carisolo), don Federico Andreolli (Pelugo, Spiazzo, Strembo, Caderzone Terme) e don Marcello Mengarda (Villa Rendena, Javrè e Vigo Rendena), animata dal coro di quest’ultime parrocchie. Don Romeo Zuin ha portato il saluto dei confratelli e della platea a don Marcello Mengarda «il più “giovane” dei parroci che il 17 ottobre compie 85 anni e ringraziato la Madonna per Gianluca Loreto e Michele Chiappani, giovani seminaristi rendenesi», salutati col fragoroso battimano dei presenti. Don Marcello Mengarda ha esordito invitando i presenti alla preghiera «per chiedere aiuto e assistenza alla Madonna per la nostra Valle».
Nell’omelia lo stesso don Marcello ha sottolineato «il mandato ricevuto dalla Madonna da Gesù prima di morire. Quello di prendersi cura della salvezza dell’Umanità, con fede, speranza e ardente carità.» Il celebrante ha aggiunto «dobbiamo metterci nelle sue mani e recitare il santo Rosario, preghiera semplice ma adatta a tutti i Cristiani». Citando i vari pontefici, da Pio IX, fino a Papa Francesco, passando per Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, don Marcello ha definito il Rosario «il Vangelo di poveri e analfabeti, la preghiera più completa che ci sia, che partendo da Maria dilata la nostra comunione con Gesù». All’offertorio, sono stati portati all’altare calice e pisside, cestino con spighe, pane e uva, fiori colorati, zaino dei pellegrini saliti da Pinzolo e rosario «segni tangibili per trasformare piccoli gesti quotidiani in preghiere alla Madonna e al Signore.