Allevatori, la riconferma di Ferrari vacilla
STORO. All'interno dell'Unione allevatori del Chiese (che da Breguzzo e Lodrone conta 30 aziende e 800 capi di bestiame) regna una certa tensione, in vista del rinnovo delle cariche di vertice. È...
STORO. All'interno dell'Unione allevatori del Chiese (che da Breguzzo e Lodrone conta 30 aziende e 800 capi di bestiame) regna una certa tensione, in vista del rinnovo delle cariche di vertice. È quanto emerso martedì mattina, ad Agri 90. Il caso è esploso in tutta la sua gravità quando Oscar Amistadi, in predicato di sostituire il posto del presidente uscente Antonello Ferrari, ha sbattuto la porta e se ne andato. «Il clima e le condizioni venutesi a creare all'interno nostro, checché ne dica lo stesso Ferrari, non vanno di certo in quella direzione. Molto probabilmente colui che adesso se ne dovrebbe veramente andare è solo lui anche se è riuscito in quest'altra occasione a farsi rieleggere seppur solo come consigliere» è il pensiero di alcuni associati. In quella stessa occasione sono stati anche assegnati i delegati di razza: Davide Andreoli per la bruna e Luca Salvadori per la pezzata.
All’interno dell’Unione si sostiene da tempo l'esigenza di un cambio di passo e una eventuale presidenza diversa da quella attuale. Si fanno i nomi di Filippo Bazzoli di Sella Giudicarie o di Luca Radoani di Borgo Chiese oppure di uno dei Salvadori di Darzo. “Ferrari non può assolutamente pretendere di mantenere a vita, come un atto dovuto, quell'incarico», aggiungono altri del fondovalle.
Diversi i tempi quando l'Unione era retta da figure nobili come il compianto Eligio Perotti affiancato da allevatori di comprovata esperienza tra cui Bugna e Maestri, anche loro scomparsi da tempo. Tra i rimasti di quelli anni il solo è Donato Galante di Condino che da poco ha lasciato stalla e animali. «A 73 anni e più, e non avendo successori, ho ceduto, temporaneamente, a Luciano Cosi di Giustino il fabbricato di via Mon dove al momento ha collocato una ventina di bestie di razza Rendena. Comunque spiace vedere simili contradditori come quelli di oggi», spiega.
Ora il direttivo appena eletto passa da sette a nove delegati che a loro volta entro un mese dovranno poi distribuire nomine e deleghe interne. Tra loro lo stesso Antonello Ferrari ma pure Filippo Bazzoli, Luca Radoani, Alberto Valenti, Klaus Vettori, Davide Andreoli, Damiano Filosi, Pasquino e Claudio Salvadori. (a.p.)