Agri ’90 si amplia a nord e costruisce un mulino 

Lo stabilimento di Storo. La richiesta di variante, presentata in Comune, è stata ritirata Il presidente Giovanelli: «Per trasformare i terreni ci rivolgiamo al Comitato agricolo provinciale»


Stefano Marini


Storo. L’allargamento a nord della cooperativa Agri ’90 prosegue e a quanto pare potrà fare a meno del permesso del Comune di Storo. Negli ultimi giorni si erano diffuse notizie contrastanti in merito alla questione, alcuni sostenevano che "a breve" ci sarebbe stato il passaggio in Consiglio comunale di una variante per trasformare i terreni retrostanti Agri ’90 da agricoli a industriali, in modo da permettere l'espansione della cooperativa. Altri sostenevano che era saltato tutto. Come spesso accade però la verità sta nel mezzo. Le carte sono state effettivamente ritirate dal Comune, ma solo perché ora Agri ’90 pensa di procedere passando per via provinciale.

Niente da discutere

La conferma che in Comune a Storo la pratica si fosse arenata arrivava direttamente dal sindaco Luca Turinelli: «Al momento non c'è niente da discutere in consiglio riguardo ad Agri ’90 - specificava il primo cittadino - è vero, delle carte erano state presentate dai tecnici dello Studio Nexus riguardo ad una variante ma poi le tavole sono state ritirate perché mancava la specificazione di alcune aree di allargamento. L'argomento non è quindi all'ordine del giorno».

Lo stop in agguato

Si delineava un brusco stop, ma solo in apparenza. A svelare l'arcano era il presidente di Agri ’90, Vigilio Giovanelli: «Per trasformare i terreni su cui desideriamo allargarci da agricoli a industriali non serve passare in Comune - affermava Giovanelli - i nostri tecnici ci hanno assicurato che otterremo lo stesso risultato rivolgendoci al Comitato Agricolo provinciale, per cui abbiamo deciso di imboccare questa strada».

La scelta geografica

Ma perché Agri ’90 desidera allargarsi a nord? Come spiega ancora Giovanelli: «L'ampliamento previsto è di 300 metri quadri e servirà per erigere un mulino per la macinazione della farina bianca. Nel 2018 per questo genere di macinazione abbiamo dovuto rivolgerci al Mulino Bertollo di Treviso, che offre un ottimo servizio ma che ci è anche costato 30 mila euro. Per il grano saraceno invece ci rivolgiamo alla cooperativa "Mas del Gnac" a Rovereto e anche qui i costi sono elevati. Siccome negli ultimi anni la produzione di frumento e grano saraceno ha preso sempre più piede passando da 7 a 14 ettari e sta sostituendo la coltivazione delle patate per motivi di rotazione, l'idea di macinare d noi questi cereali è divenuta interessante. Ci serve però un secondo mulino, in modo da evitare rischi di contaminazione, visto che la farina gialla e le crocchette di mais di Storo sono le uniche in tutta Italia ad essere assolutamente senza glutine».

Sostenibilità

Giovanelli concludeva assicurando sulla sostenibilità economica del progetto: «Agri ’90 ha oggi 120 soci. Il nostro ultimo bilancio è stato di 4,2 milioni di euro con un utile di 300 mila e 2,5 milioni distribuiti sul territorio. Possiamo investire perché siamo solidi prova ne sia che in 10 anni abbiamo assorbito l'intero debito da 1,2 milioni fatto quando investimmo 3,5 milioni per la nuova sede oltre ai 500 mila euro spesi 2 anni fa per la copertura dei nostri silos e per l'impianto di produzione delle gallette».













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