A 95 anni dagli Usa nei luoghi dell’infanzia 

Rinaldo Floriani nel Banale, dove ha vissuto solo 3 anni prima di ricongiungersi al padre emigrante


di Graziano Riccadonna


SAN LORENZO IN BANALE. «Non si dimentica mai la patria, dove si è nati e vissuti». Con queste parole Rinaldo Floriani, classe 1923, benissimo portata, commenta la sua visita in questi giorni al luogo natale, Prusa di San Lorenzo in Banale. Luogo natale che per la verità ha conosciuto solo nella prima infanzia, in quanto già a tre anni è dovuto andar via insieme alla madre per ricongiungersi col padre Pietro, colono in una tenuta della Pennsylvania, negli Stati Uniti. Per tradizione familiare i Floriani erano già andati a lavorare nei campi della Pennsylvania da alcune generazioni, ma poi erano sempre tornati a casa: non così Pietro, che richiama moglie e figli in America in un momento difficile per l’Italia appena uscita dalla Grande guerra.

«E là decidono di stabilirsi per sempre», commenta Rinaldo nel suo inglese fluente, intercalato da espressioni dialettali antiche, legate alla parlata tirolese d’inizio secolo. «Il posto scelto dai miei è un paese di campagna, Coraopolis, vicino Pittsburgh, dove già ci sono molti emigranti dal Banale e dalle Giudicarie. Tanto che si ricostituisce proprio a Coraopolis una comunità multietnica dove gli emigranti dal Banale contano parecchio, non solo numericamente. Così accade per altri paesi della regione, dove ci sono molti trentini provenienti dal Lomaso e dal Bleggio».

Troviamo Rinaldo con la figlia Nancy a tavola al ristorante Dolomiti a Baesa, all’imboccatura della Val d’Ambiez con i parenti di San Lorenzo, in particolare i cugini Germano e Mariano Sottovia e il coetaneo Felice Rigotti. Per l’occasione troviamo anche James Michael Zanella, giovane docente di lingua a Trento che ha fatto il cammino inverso di Rinaldo: nato a Pittsburgh da emigranti banalesi, da poco è “tornato” in Italia dove ha trovato un posto da insegnante e una sistemazione adeguata alle attese.

Occhio vigile e determinato, Rinaldo è molto interessato a quanto succede in Trentino e nel Banale: «Seguo sempre le cose italiane e trentine in particolare, mi faccio mandare anche i vostri giornali». Che lavoro faceva a Pittsburgh? «Ho cambiato diversi lavori, come accade spesso negli States: operaio in acciaieria, lavori in edilizia, infine nella compagnia aerea all’aeroporto della Pennsylvania». L’ultima volta che Rinaldo è tornato nel Banale è stato nel 1997, oltre venti anni fa, ma per pochi giorni, come tutte le altre volte che è tornato in Italia. Questa volta è diverso, come conclude Rinaldo salutandoci prima del ritorno a Pittsburgh: «Questa volta ho voluto fermarmi un bel po' di tempo per godermi finalmente la mia patria, anche perché mia nipote Gioia White si sta laureando in Scozia, e questa era un’ottima occasione per tornare in Europa». Insomma, una storia di rapporti continui con il vecchio continente contrassegna la saga dei Floriani.













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