Coronavirus

Fugatti preoccupato per il boom di contagi in Alto Adige: “Siamo vicini, teniamo alta l’attenzione”

Il presidente della giunta a Skytg24: “L’impennata di contagi in provincia di Bolzano forse perché è limitrofa all’Austria. Da noi meno tamponi rapidi? Li facciamo solo sui sintomatici”



TRENTO. Una grande preoccupazione per quanto sta avvenendo in Austria e in Alto Adige, ossia un’impressionante impennata di contagi da Coronavirus che ha spinto i rispettivi governi ad adottare misure pesantissimi. Da oggi, 8 febbraio, fino al 28 dello stesso mese in provincia di Bolzano ci sarà un nuovo lockdown.

Questa preoccupazione l’ha manifestata Maurizio Fugatti, in un’intervista rilasciata oggi a Skytg24. 

“E’ vero – ha spiegato il numero uno della giunta provinciale – noi abbiamo il miglior Rt d’Italia. Il Trentino, nella seconda ondata, è sempre rimasto in zona gialla tranne il periodo natalizio per decisione dell’esecutivo Conte. Il fatto che siamo in un momento meno pesante che in passato, non ci deve però far abbassare il livello di guardia. L’Alto Adige è vicino e come territorio in termini di vittime abbiamo già pagato molto”.

Presidente come si spiega uno scenario così diverso tra voi e l’Alto Adige? 

"La causa potrebbe essere ricercata nella vicinanza della provincia di Bolzano con l’Austria. Mi ricorda un po’ quello che è successo a noi nella prima ondata. Rispetto all’Alto Adige eravamo messi peggi, perché limitrofi alla Lombardia e al Veneto. Due regioni come sapete flagellate dal virus”.

Impressiona il fatto che il 17 febbraio voi riaprirete le piste da sci, mentre l’Alto Adige è di nuovo in lockdown.

"Un attimo. Gli impianti riapriranno – al momento ci sono tutti i numeri e le condizioni per farlo in piena sicurezza – se i dati legati alla pandemia continueranno ad essere buoni. In caso contrario si valuterà il da farsi. La vicinanza con l’Alto Adige, area dove negli ultimi giorni sono tornati ad aumentare i contagi, ci preoccupa. Il virus si diffonde rapidamente”.

In Trentino c’è una situazione pesante sul fronte delle terapie intensive: conferma?

Non è così. E’ vero che per diverso tempo abbiamo avuto giornate complesse. Nelle ultime settimane però le cose vanno meglio. Sul fronte delle ospedalizzazioni siamo sul 25 per cento dei posti occupati da pazienti Covid sul totale di quelli disponibili (la soglia d’allarme è il 40 per cento) mentre sulla terapia intensiva gli ultimi dati dicono che siamo sul 26% per cento (quanto la soglia d’allarme è del 30 per cento).

Voi fate un numero di tampone decisamente più basso dell’Alto Adige. Perché?

“Fino dall’inizio della pandemia il Trentino ha deciso di utilizzare gli antigenici sui sintomatici e basta, perché secondo la nostra Apss il test rapido è efficace maggiormente su di loro. Facciamo meno tamponi rapidi perché li eseguiamo solo sui chi presenta sintomi, non generalizzati. Noi abbiamo questa impostazione e non la cambiamo”.













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