IL CASO

Fugatti: "Orsi, la situazione sta diventando ingestibile"

"Per la prima l'attacco è avvenuto non per la difesa dei cuccioli. Abbiamo preferito sedarlo che abbatterlo perché non c'era la certezza che fosse quello che cercavamo". Dopo l'aggressione ai danni di un carabiniere ad Andalo, il governatore lancia l'allarme: "Gli orsi in Trentino sono troppi e la gente comincia ad essere davvero esasperata. Mercoledì la questione sarà affrontata nel Comitato per l’ordine e la sicurezza"



TRENTO. “Questa ulteriore aggressione dimostra quanto siano sensati gli allarmi che da diversi mesi abbiamo lanciato sulla situazione orsi in Trentino. Situazione che sta diventando sempre più ingestibile”. Così il presidente della Provincia che nel tardo pomeriggio di ieri, 23 agosto, ha fatto il punto, insieme al dirigente generale del dipartimento agricoltura e foreste, Romano Masè, su quanto accaduto sabato sera ad Andalo, dove un giovane è stato aggredito e ferito, non gravemente, con morsi e graffi da un orso.

 

L'aggressione dell'orso ad Andalo: "Ho sentito la sua amica gridare: aiuto, è morto!"

Giacomo Benellini, titolare del campeggio Andalo, a pochi metri dall'aggressione del carabiniere Diego Balasso, assieme ad un gruppo di  volontari è riuscito a distrarre l'orso, che ha lasciato la sua preda. "Avevo paura che l'animale entrasse nel campeggio". I vigili del fuoco puliscono le macchie di sangue sul sentiero, il giorno dopo (foto Romano Magrone / agenzia Panato)

“Si tratta di un caso molto grave, che secondo il protocollo Pacobace - ha spiegato il presidente - ci dava due opzioni; l’abbattimento o la cattura per sedazione. Non è stata una decisione facile, ma abbiamo preferito catturarlo, optando per una scelta diciamo “reversibile”, anche perché poteva esserci la possibilità, seppur minima, che l’orso catturato non fosse l'autore dell'aggressione. Tutto è andato bene – ha aggiunto – e ringrazio il personale della Forestale che ha operato con grande efficienza, insieme alle forze dell’ordine e a quanti hanno collaborato, compreso il sindaco di Andalo, per la riuscita dell’operazione. Alle 4.45 mi hanno comunicato che il plantigrado era arrivato al Casteller. L’Autonomia trentina ha saputo, in questo caso, dare una risposta pronta, anche a tutela dei tanti turisti che affollano in questi giorni la zona”.

L’orso autore dell’attacco, come ha spiegato Masè, è quasi sicuramente M57, anche se saranno le indagini genetiche a confermarlo. Si tratta di un maschio di due anni e mezzo, già conosciuto per i suoi atteggiamenti “confidenti” nei confronti dell’uomo, avvistato spesso nella zona dell’Altipiano della Paganella, dove in passato ha seguito delle persone o ha rovistato nei bidoni dell’umido. A questo proposito va ricordato che negli ultimi anni proprio in quella zona, la Provincia, d’intesa con la locale società di gestioni rifiuti, ha attivato 100 siti con più 200 cassonetti anti intrusione orso. La cosa più grave, è stato evidenziato nel corso della conferenza stampa, è che per la prima volta in Trentino, l’attacco avvenga non per la difesa dei cuccioli. Va detto, inoltre, che quando è stato catturato, cosi come in tutte le fasi che hanno seguito l'aggressione è rimasto nei pressi del centro abitato di Andalo e anche di un campeggio. 

“Il punto - ha ribadito più volte il presidente, che ha informato dell’accaduto il ministro dell’ambiente – è che gli orsi in Trentino sono troppi e la gente comincia ad essere davvero esasperata. Come chiediamo da tempo, dobbiamo poter gestire noi in prima persona i grandi carnivori presenti sul nostro territorio. E lo dobbiamo poter fare al di là delle ideologie. Ci sono altri casi di orsi confidenti e adesso comincia ad esserci anche il problema dei lupi, anche loro sempre più confidenti. Mercoledì ci sarà un Comitato per l’ordine e la sicurezza in cui affronteremo proprio la questione dei lupi. Non è solo un problema che riguarda l’allevamento, è diventato un problema di ordine pubblico. Per questo dobbiamo avere la possibilità di agire autonomamente, per la sicurezza delle persone e anche per la sopravvivenza stessa del progetto grandi carnivori”.













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