IL CASO

Finte cremazioni, la Cgil: "Superata l'umana decenza"

Il segretario Ianeselli: "Negli ultimi tempi pagine buie di imprese come i casi di caporalato".

 

GLI SVILUPPI: Capannone degli orrori: salme trasferite dalle bare agli scatoloniL'ARTICOLO: Macabra scoperta - LE FOTO: Ecco cosa hanno trovato i carabinieri del Noe



SCURELLE. «Ci sono comportamenti che vanno oltre ogni forma di umana decenza. Quanto sta emergendo dalle indagini sul capannone di Scurelle è uno di questi casi. È orrendo e inaccettabile che ci siano persone che pensano e riescono a costruire il proprio business calpestando la dignità umana e quel rispetto dovuto ad ogni cadavere. Questa vicenda sconcerta e ci interroga sulla direzione in cui stanno andando pezzi della nostra comunità».

In una nota, il segretario della Cgil del Trentino, Franco Ianeselli, non nasconde il proprio turbamento di fronte al ritrovamento di resti umani e bare in un capannone a Scurelle, in Valsugana.

I Carabinieri del Noe sequestrano il capannone l'ex Samatec di Scurelle: all'interno 27 bare

Nella giornata di ieri i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico - NOE di Trento, assieme ai colleghi della Compagnia di Borgo Valsugana e alla Polizia Locale della Valsugana e Tesino, hanno rinvenuto in Scurelle località Asola, all’interno di un capannone dell’area artigianale “ex Samatex”, 27 bare contenenti resti di persone

«Gli inquirenti faranno tutti gli approfondimenti del caso - prosegue Ianeselli -. Certo è, però, che negli ultimi tempi abbiamo appreso di storie di imprese, in diversi settori, che sono sinceramente molto lontane da quell'immagine di Trentino costruita sui distinguo in positivo, di una classe imprenditoriale immacolata», sostiene il segretario Cgil.

Che aggiunge: «Le recenti inchieste che hanno fatto emergere casi gravi di caporalato, quanto accaduto questo autunno a Vitali Mardari, giovane boscaiolo lasciato morire in nei boschi di Sagron Mis, sono pagine buie per il mondo delle imprese e del lavoro: vicende su cui ciascuno per la propria parte deve prendere le distanze. La legittima aspirazione di un'azienda a fare utili non può mai realizzarsi andando oltre i confini etici in cui come comunità ci riconosciamo. Se questo accade è barbarie», sostiene Ianeselli.













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