Studenti fassani via skype con l’astronauta Nespoli 

Grazie anche a questa prestigiosa “consulenza” due squadre della Scuola Ladina parteciperanno di nuovo alle finali della competizione internazionale di robotica 


di Gilberto Bonani


VALLE DI FASSA. La Scuola Ladina ha conquistato per il quinto anno consecutivo l’accesso alle finali nazionali della First Lego League, la competizione internazionale di robotica proposta a studenti tra i 10 e i 16 anni di scuole di oltre cinquanta paesi in tutto il mondo.

Nello stabilimento della Kohler Engines a Reggio Emilia 18 squadre si sono affrontate per la prima giornata della fase di selezione del Nord Est. Le migliori parteciperanno alle gare nazionali che si terranno a Rovereto l’8 e il 9 marzo, organizzate dalla Fondazione Museo Civico della Città della Quercia.

Due le squadre fassane che hanno preso parte alle sfide proposte dalla First Lego League: le Gome Neve, composta da studenti delle classi seconde e terze di varie classi dei tre licei, e le Gome Veie, dei ragazzi della classe prima.

Come ogni anno la gara di robotica propone anche la realizzazione di un progetto scientifico, su una tematica scelta dagli organizzatori. Le squadre fassane, dopo essersi impegnate negli anni scorsi in ricerche sulla didattica, i rifiuti, gli animali e l’acqua, quest’anno hanno individuato un problema relativo alla permanenza degli astronauti nello spazio, cercando di dare soluzioni innovative. Grazie al contatto fornito dall’ingegner Maurizio Nati, impiegato presso l’ESA, l’Agenzia spaziale europea, gli studenti della Scuola Ladina hanno avuto l’opportunità di effettuare una chiamata skype col celebre astronauta Paolo Nespoli, nello spazio più volte per diverse missioni. Un confronto diretto con un astronauta, ha consentito ai ragazzi di trovare grandi motivazioni e di individuare problemi concreti da risolvere.

Le Gome Veie si sono concentrate sulla difficoltà relativa alla permanenza sulla stazione spaziale ISS per tempi molto lunghi, che può causare stress e nostalgia dalla quotidianità, nonostante i collegamenti con la Terra siano sempre più facili grazie alle nuove tecnologie. I “primini” hanno sviluppato un percorso legato alla musica, denominato “Space Music”: realizzando tracce audio con i suoni della quotidianità e della natura e creando una “canzone spaziale”.

Le Gome Neve si sono invece concentrate sull’importanza della coesione e dell’organizzazione del team degli astronauti a bordo della stazione spaziale. Per questo i ragazzi hanno pensato di realizzare una “Space Room”, una stazione spaziale sulla Terra, struttura museale e nello stesso tempo centro di formazione. La “Space Room” potrebbe essere un museo dell’astronomia, nel quale tramite giochi interattivi e percorsi innovativi, si potrebbe favorire la divulgazione della cultura astronomica. D’altra parte diverrebbe un punto di ritrovo dove lavoratori o equipe di scienziati svolgerebbero attività per migliorare la coesione e i rapporti interpersonali. Insomma un incubatore per “missioni estreme”.

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