LADINI

«Sempre avanti in difesa di minoranze e lingue» 

Sèn Jan, domani assemblea annuale dell’Istituto culturale ladino. Il presidente  Pollam, in scadenza col cda, traccia il bilancio di dieci anni e guarda al futuro


di Valentina Redolfi


SÈN JAN. Domani alle 18 al Museo Ladino di Fassa ci sarà l’assemblea annuale dell’Istituto Culturale Ladino “majon di fascegn”, la maggiore istituzione culturale fassana. L’attuale presidente Antone Pollam è al suo secondo e ultimo mandato, è stato in carica dieci anni. Assieme a lui scade anche il mandato del Consiglio d’amministrazione composto dalla vice presidente Lodovica Dioli (anche vice presidente della Commissione culturale), Annalisa Zorzi, Riccardo Nemela, Lara Battisti e Matteo Ploner. Le future nomine verranno effettuate dall’amministrazione provinciale del presidente Maurizio Fugatti anch’egli presente lunedì all’assemblea.

Presidente, può fare un breve bilancio dell’Ente?

Di grande importanza sono ogni anno le produzioni e le pubblicazioni scientifiche per le quali va dato merito alla commissione culturale presieduta da Ulrike Kindl e al lavoro fatto con passione e competenza dal direttore Fabio Chiocchetti e da tutti i dipendenti di Istituto e Museo. Per il futuro ci sono in programma numerosi progetti e obiettivi come il completamento del nuovo Vocabolario ladino-fassano, strumento fondamentale per l’intera val di Fassa, e anche la riedizione, curata da Cesare Bernard, della pubblicazione sulla valle di Fassa di Padre Frumenzio Ghetta de Martin. Un settore fondamentale poi è quello della didattica che permette la fondamentale importanza della collaborazione con la Scuola Ladina di Fassa.

Quali sono state le principali difficoltà di quest’anno?

Sono sempre quelle legate alla burocrazia che ci tiene le “mani legate” e ci toglie autonomia sia dal punto di vista amministrativo che a livello di produzione. Ci piacerebbe che le energie dedicate alla burocrazia potessero invece essere dirottate ad un incremento della produzione scientifica.

Cosa si aspetta dalla nuova amministrazione provinciale?

Ringrazio l’amministrazione guidata da Ugo Rossi e l’assessore Giuseppe Detomas che sia a livello provinciale che regionale, è stato sempre vicino all’Istituto Ladino. Per quanto riguarda la nuova amministrazione ritengo sia rilevante che il presidente Fugatti si sia tenuto la competenza sulle minoranze e gli istituti culturali. L’auspicio è che si possa sempre andare avanti nella difesa e per lo sviluppo delle minoranze linguistica, con la valorizzazione culturale e della lingua. Non solo dei ladini di Fassa, ma di tutte le minoranze provinciali, senza dimenticate la dimensione “dolomitana” dei ladini.

Ha un sogno nel cassetto?

Sì. Veder realizzato quello che non è stato fatto in questi 10 anni. In particolare ci terrei che si riuscisse a far diventare permanente la mostra La Gran Vera al Navalge di Moena e a realizzare l’ampliamento del Museo per accrescere l’attività didattica e ospitare mostre temporanee. Per me essere presidente dell’Istituto Culturale Ladino di Fassa è stato un grande onore, sono orgoglioso. È stata un’esperienza che mi ha dato tanto.















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