Predazzo: raccolta limitata per 5 anni solo agli schianti

Predazzo. Pubblico numeroso, più che altrove e come lo scorso anno, alla sessione forestale che si è tenuta venerdì pomeriggio nell’aula magna del municipio alla presenza di molti amministratori e...



Predazzo. Pubblico numeroso, più che altrove e come lo scorso anno, alla sessione forestale che si è tenuta venerdì pomeriggio nell’aula magna del municipio alla presenza di molti amministratori e addetti ai lavori. In apertura l’assessore alle foreste Giovanni Aderenti ha ricordato i 30.000 mc di legname già venduti e l’ottimo stato dei lavori di esbosco: «Grandi chiazze non ne vedo – ha sottolineato – a parte la zona di Val Deserta». Per il 2020 si prevede un fatturato di 7 mila metri cubi, ma l’interrogativo è ora incentrato sulle modalità di ripristino del bosco. Oltre al bosco del centenario (fra la località El Cason e Bosco fontana) dove gli allievi della Scuola alpina della Guardia di Finanza pianteranno gli alberi in memoria dei 100 anni della caserma di Predazzo, il Comune ha firmato, sempre per organizzare la piantumazione, una convenzione con “Mosaico verde” che cura i rapporti fra enti edeaziende e intende coinvolgere anche le scuole.

L’assessore ai Lavori pubblici Paolo Boninsegna ha illustrato dal canto suo gli interventi sulle strade forestali: 150.000 euro sul Mulat, 20.000 a Tremenasa, 350.000 per Valmaggiore, 180.000 per la strada di Lusia, oltre a Bedovina e Fessuraccia, e a primavera gli interventi al Gac, Coronelle, Scofa, Cheta, Malgola e gli incarichi per Ciochi, Viezzena e Bersagli, già finanziati dalla Provincia per l’80%. L’intervento più significativo per inquadrare il futuro dei boschi di proprietà del Comune di Predazzo è stato quello di Ruggero Bolognani, che ha rivisto completamento il Piano forestale andando a individuare, con l’aiuto dei droni, anche quelle piante sparse che costituiscono un pericolo maggiore delle grandi fratte per gli attacchi parassitari. Dall’analisi approfondita è stata valutata una superficie schiantata di 98 ettari su 756 per un totale di 70.000 metri cubi su 280 mila di massa legnosa totale. Incrociando i dati è giunto ad individuare i punti sensibili dove intervenire per la sicurezza, come nella zona della frana di Fies e ovviamente sul Mulat dove un terzo del territorio è a rischio di caduta massi. La conclusione dal punto di vista della gestione del bosco è che per i prossimi 4-5 anni si raccoglieranno solo gli schianti e per i 5 anni successivi, di validità del Piano, è stimabile una ripresa residua di 6000 metri cubi in tutto.

Bruno Crosignani dell’ufficio forestale di Cavalese ha raccomandato di lasciar fare al bosco, piantando soprattutto larici, ma diluendo comunque le operazioni di piantumazione in 15-20 anni per evitare i boschi coetanei. Ok al coinvolgimento della Guardia di Finanza, ha detto Crosignani, «ma non sostituiamoci alla natura per abbreviare i tempi, e non diamo messaggi fuorvianti banalizzando la piantumazione sull’onda dell’emotività. Per il resto “Predazzo s’è dato da fare», ha commentato illustrando gli interventi realizzati in collaborazione con Comune e Magnifica.

L’ispettore Maurizio Poli ha tracciato in conclusione una lunga e dettagliata relazione sulla situazione della fauna nelle valli di Fiemme e Fassa, mentre l’assessore Aderenti ha ringraziato, tra gli altri, il custode Alberto Trotter, in pensione da circa 7 mesi, che ha continuato a collaborare con l’amministrazione comunale. Un sentito grazie è venuto dalla sindaca Maria Bosin e dal rappresentante della Vicinia di Malgola. F.M.













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