Panchià la più ferita dagli schianti 

Predazzo, il Piano forestale per il 2018-2027 sarà rivisto dopo gli avvenimenti del 29 ottobre scorso


di Francesco Morandini


PREDAZZO . Fra le coincidenze sfavorevoli ricordate da Bruno Crosignani nella sessione forestale di Predazzo c’è da includere la stesura del Piano forestale di Predazzo per il 2018-2027, presentato da Ruggero Bolognani e che, appena redatto, dovrà essere inevitabilmente rivisto. La situazione del Comune di Predazzo prima del 29 ottobre era la seguente: 752 ettari di superficie totale di cui 736 a bosco. Di questi 640 ha erano bosco produttivo per una provvigione di 275.000 metri annui di legname con una ripresa media di 3000 a fronte di un incremento annuo del bosco di 4900 metri cubi pari all’1,77%, (40 anni fa era di 202.000 metri cubi). Gli schianti totali (come nella zona di monte Mulat dove è rimasto in piedi solo qualche albero) hanno riguardato 100 ettari di territorio boscato, pari al 14%, mentre 300 ettari (il 40%) ha subito schianti parziali fra il 20 e l’80%. In tutto sono stati stimati fra 55.000 e 70.000 metri cubi di legname a terra.

Che fare? Innanzitutto far fronte ai rischi immediati, come il diffondersi del bostrico soprattutto nelle zone più calde come il Mulat dove sarà difficile che il bosco cresca spontaneamente e dove saranno necessari interventi di messa in sicurezza. Per fortuna di questa zona, che ricorda a tutti i predazzani quando alzano gli occhi qual è stato il disastro di 3 mesi fa, se ne occuperà direttamente la Provincia, come ha annunciato la sindaca Maria Bosin.

Intanto anche Predazzo, il Comune più colpito di tutto il Trentino, dovrà fare i conti col mercato. Le prime aste per il Comune di Predazzo non sono andate male, ma i prezzi del legname in piedi sono ormai passati da 60 euro/metri cubi a 15/25, e in alcuni casi a 5/10 euro. Fra 5-6 anni i prezzi risaliranno, ma nel frattempo il bosco andrà sgombrato per evitare i parassiti, anche se ciò potrà costare più del ricavato. «Non bisognerà tuttavia avere troppa fretta, come in Alto Adige», ha ammonito Crosignani, per non abbattere troppo i prezzi di mercato.

La situazione di Predazzo s’inserisce comunque in un quadro che vede 300.000 metri cubi di schianti sul territorio comunale, di cui buona parte della Regola Feudale, su un totale in Fiemme e Fassa di 1.330.000 metri cubi. Di questi 400.000 sono della Magnifica Comunità, 133.000 di Moena, 122.000 di S. Giovanni e 75.000 del Demanio. Praticamente 9 anni di crescita atterrata in poche ore.

Ma il peggior rapporto schianti/crescita si registra a Panchià dove sono caduti 55.000 metri cubi, 48 anni di produzione.

La consigliera comunale Micaela Valentino ha chiesto lumi circa gli alberi pericolanti sui terreni privati per i quali la Forestale potrà intervenire solo se minacciano gli spazi pubblici, mentre Ivo Mich, presidente della Società Malghe e pascoli, ha scritto all’assessore Aderenti per chiedere lo sgombero degli alberi a terra e l’abbattimento di quelli in piedi nella zona del “Col de le vache” sul monte Viezzena, per ricavarne, come da progetto, un’ampia zona pascoliva dove già esiste un recinto anti lupo. Ma Crosignani ha smorzato subito gli entusiasmi. Non c’è strada di accesso, o si portano via con l’elicottero o con una teleferica di 3 chilometri.

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