Lite in aula per il terreno del figlio dell’assessore 

Il consiglio a Castello-Molina. Wohlgemuth e Piazzi hanno lamentato l’imparzialità di giudizio e di scelte del Comune. Irritazione del sindaco: «Non sono stati ravvisati atteggiamenti omissivi»


Luciano Chinetti


Castello-molina. Lunga e burrascosa seduta consiliare l’altra sera in comune a Castello-Molina, dove si è assistito ancora una volta allo scontro aperto tra maggioranza sulla vicenda che ha visto coinvolto l’assessore ai lavori pubblici del Comune Fulvio Zorzi per presunti abusi edilizi, risalenti a prima del 1967. L’assessore era stato rinviato a giudizio, in seguito di un esposto presentato dai due consiglieri dell’opposizione Lorenzo Wohlgemuth e Luigi Piazzi. Ma il 7 gennaio scorso c’era stata anche l’archiviazione del procedimento e il conseguente proscioglimento dell’assessore. L’assemblea doveva occuparsi della vendita della particella edificiale 1307 a Nicola Zorzi, figlio dell’assessore. L’abuso edilizio era stato sanato, per cui il Comune poteva procedere alla vendita senza problemi.

Di diverso avviso invece i due rappresentanti dell’opposizione Lorenzo Wohlgemuth e Luigi Piazzi, che hanno lamentato l’imparzialità di giudizio e delle scelte attuate dal Comune. Il consigliere Wohlgemuth in particolare ha sottolineato il suo dubbio di legittimità che nonostante sia stata emessa un’ordinanza di demolizione del manufatto, emessa dall’ufficio tecnico comunale nel novembre del 2018, la demolizione non sia mai avvenuta.

Per l’altro consigliere della lista “Impegno Civico” Luigi Piazzi la vicenda è molto controversa. In un lungo e articolato documento di quasi quattro pagine Piazzi ha ripercorso tutta la vicenda piena di contrasti e contraddizioni. «Quello che per me è inaccettabile – ha scandito il consigliere Piazzi suscitando le ire dello stesso sindaco Marco Larger - è che persone coinvolte in abusi stiano negli organi decisionali (Giunta comunale) e gestiscano gli stessi. È un tema di senso civico, di imparzialità e di conflitto di interessi – ha aggiunto- ma in questa esperienza politica ho scoperto che per lei (rivolto al sindaco, ndr) il senso civico si applica a sua convenienza. Questa non è una vittoria, è solo una sconfitta, anche del nostro tentativo di far valere le regole del senso civico».

Accuse pesanti come un macigno, rigettate con veemenza dal sindaco Marco Larger. «Non sono stati ravvisati atteggiamenti omissivi da parte del Comune in questa vicenda – ha ribadito il sindaco, visibilmente contrariato – tu hai detto e gettato tanta m….. su questa amministrazione, vergognati! Hai mancato di rispetto a coloro che hanno lavorato con serietà e impegno».

In difesa del sindaco e dell’operato dell’amministrazione è intervenuto anche l’assessore Andrea Betta che è dichiarato soddisfatto che con la vendita delle rogge si è posto fine ad una “rogna” che durava da oltre 30 anni. Al termine c’è stato anche l’intervento dell’interessato Fulvio Zorzi , rientrato in aula. «Dopo 1 anno e 10 mesi il procedimento penale è stato definitivamente archiviato – ha detto Zorzi - e la mia persona è stata riabilitata, ma con quanta sofferenze e disagio subito a causa dell’accanimento del vostro gruppo».

Al momento dei voto il gruppo dell’opposizione si è spaccato: 8 a favore della vendita della roggia, i voto contrario (Piazzi) e 1 astenuto (Wohlgemuth).

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