«Le cattedrali di Silvano erano i boschi ed i monti» 

Tesero. Ieri, nel cimitero di San Leonardo per accogliere il maggior numero di persone possibile nel rispetto delle norme anti-Covid, il funerale di De Marco, il fotografo morto giovedì sul Lagorai


Luciano Chinetti


Tesero. «Non ho conosciuto il nostro caro amico Silvano, ma sono convinto che egli ha cercato Dio soprattutto attraverso le opere del creato. Le sue cattedrali erano il bosco, le montagne e la natura alla quale era molto legato». Sono le prime parole pronunciate dal decano di Fiemme don Albino Dell’Eva ieri pomeriggio nel cimitero di San Leonardo a Tesero per accompagnare all’ultima dimora lo sfortunato fotografo e naturalista Silvano De Marco, morto giovedì mentre scendeva dalla Piccola Cavallazza, la montagna che tanto amava nella catena del Lagorai. «Anche giovedì mattina Silvano era partito da casa – ha proseguito il sacerdote - per andare sul Lagorai, la catena montuosa a due passi da casa che lo affascinava. Non era certo andato per divertirsi. Il suo stare in mezzo alla natura, in mezzo alle montagne, era la sua preghiera, il suo momento vivificante per stare vicino a ciò che amava: il Creato. Silvano si sentiva piccolo al cospetto della maestosità delle montagne, si sentiva piccolo ed ha incoronato la grandezza di Dio. Noi dobbiamo cogliere – ha concluso il sacerdote - questo suo anelito di libertà e il grande messaggio che ci ha lasciato, fatto di amore per la natura, di rispetto per gli altri, persone o animali che siano».

La cerimonia funebre avrebbe dovuto celebrarsi nella chiesta arcipretale di Sant’Eliseo. Ma don Albino ha spiegato ieri durante l’omelia che il Consiglio pastorale in via del tutto eccezionale ha deciso di spostare la cerimonia nel cimitero di San Leonardo, dove riposano le salme dei morti di Stava, per permettere a più persone, pur nel rispetto delle norme di sicurezza anti-Covid, di poter dare l’ultimo saluto allo sfortunato fotografo e cineoperatore, conosciuto e apprezzato per il suo lavoro da tutta la gente di Fiemme.

E infatti ieri erano tante le persone e gli amici che hanno voluto stare vicino allo sfortunato naturalista, che ha lasciato una straordinaria eredità di immagini e di filmati sugli animali del bosco, quelli grandi come l’orso, il lupo e gli ungulati e quelli più difficili da immortalare come il gallo cedrone, il picchio, la civetta, il gufo, il falco e l’aquila reale. A dare l’ultimo saluto c’erano anche alcuni componenti della Sat, alcuni cacciatori con in testa l’amico fraterno Silvano Cristellon di Valfloriana e il noto pittore veneto Giulio Tasca che con le lacrime agli occhi ha voluto salutare l’amico Silvano con alcuni toccanti versi che ha inserito nell’annuncio di morte. «Quando alzeremo gli occhi lassù e vedremo volare l’aquila – ha detto Giulio - sapremo che tu sei libero e vegli su di noi e sulle tue montagne. Ciao Silvano».













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