L’Istituto ladino si prepara per il “dopo Chiocchetti”
Sen jan san giovanni. L’istituto culturale “Majon di Fascegn” si appresta a salutare il direttore Fabio Chiocchetti in procinto di lasciare il suo incarico dopo quarant’anni di servizio. L’assemblea...
Sen jan san giovanni. L’istituto culturale “Majon di Fascegn” si appresta a salutare il direttore Fabio Chiocchetti in procinto di lasciare il suo incarico dopo quarant’anni di servizio. L’assemblea di quest’anno ha assunto un rilievo particolare perché i prodotti e le iniziative presentate sono il punto di arrivo di una progettualità pluriennale, ma anche l’eredità di un uomo che ha accompagnato la crescita dell’Istituto e del Museo ladino nel tempo.
L’istituto “Majon di Fascegn” è stato preso per mano dal giovane Fabio Chiocchetti alla fine degli anni Settanta e per quattro lustri ha tenuto ferma la barra del timone con «cuore e intelligenza» come hanno sottolineato concordi i relatori intervenuti. Sullo sfondo, appena accennate, le preoccupazioni per il delicato avvicendamento.
Dopo il saluto della presidente, Lara Battisti, sono state presentate le opere realizzate nel corso dell’anno in particolare: “Il Giudizio di Fassa negli atti del Principato vescovile di Bressanone”, con la partecipazione dell’autrice Rita Gratl e della curatrice Angela M. Mura; “Saggi di antropologia ladina e alpina” di Cesare Poppi che insieme al volume dedicato agli scrittori ladini elaborato da Fabio Chiocchetti costituisce un valido supporto al corso di alta formazione “Antropolad”. Di rimando il “Mondo ladino 2019” costituisce una interessante raccolta di studi e saggi prodotti dai partecipanti ai corsi dal 2017 al 2019. Lavori meno specialistici ma veicoli importanti della lingua di minoranza sono: “Luli e i colores” di Arianna Iori per i bimbi in età prescolare, i comics disegnati dal fumettista Lorenzo Barbolini che traducono visualmente scritti di Hugo de Rossi e il “Calandèr ladin 2020” a cura di Alberta Rossi e Nives Iori, con la partecipazione di numerosi valenti fotografi.
Per quanto riguarda l’immediato futuro, Evelyn Bortolotti ha presentato lo stato di avanzamento di lavori a carattere strategico come il “VOLF: Vocabolèr del ladin fascian” e il progetto “Archif” con cui si vuole cercare di mettere a disposizione di tutti l’ingente patrimonio documentale dell’istituto “Majon di Fascegn”.
Al termine è stato proiettato in anteprima il video-fiction “La vivana e l cian” tratto da un antico racconto popolare raccolto da Amadio Calligari nel 1891, realizzato da “490 Studio” con la partecipazione di attori fassani e destinato alla sala museale 5 “La modernità”, che si trova al termine del percorso di visita.
La curatrice Daniela Brovadan ha relazionato brevemente sulla crescita del museo ladino che oltre alla sede centrale può contare su cinque siti sul territorio in attesa del sesto rappresentato dalla “Gran Vera” accolto nel Navalge di Moena.
Molti sono stati gli interventi che hanno sottolineato il ruolo importante svolto da Fabio Chiocchetti, ma anche le competenze maturate dal personale che sarà certamente in grado di traghettare l’istituzione nel futuro. «Una istituzione centrale per il mondo fassano e non solo – ha detto l’ex presidente Antone Pollam – un ente da maneggiare con cura». G.B.
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