L’Istituto culturale replica al Consei
SÈN JAN. Il Consiglio d’amministrazione dell’Istituto Culturale Ladino “majon di fascegn” con presidente Antone Pollam ha approvato un documento per rispondere alla mozione approvata dal Consei...
SÈN JAN. Il Consiglio d’amministrazione dell’Istituto Culturale Ladino “majon di fascegn” con presidente Antone Pollam ha approvato un documento per rispondere alla mozione approvata dal Consei General del Comun General de Fascia il 23 gennaio su proposta di alcuni esponenti del gruppo consiliare di maggioranza. Da notare che, del Consiglio dell’Istituto Culturale fa parte anche Luca Guglielmi, primo firmatario della mozione in Consei general. Dunque, in un comunicato pubblico l’Istituto Culturale Ladino interviene sulla parte della mozione che dice: «In particolare, nel comitato scientifico dell’Istituto culturale ladino possono ora essere nominati anche i pensionati, (al modico compenso di soli 3.000 euro all’anno)».
«Tale formulazione - scrivono dall’Istituzione culturale - è a dir poco scorretta. L’Istituto ha sempre chiamato nella Commissione Culturale esperti di lingua e cultura ladina sia in servizio, sia in quiescenza, provenienti tanto dal mondo accademico quanto dalla comunità locale, come prevede lo Statuto (fra i quali Luigi Heilmann, Guntram Plangg, Simon de Giulio, Carletto Weiss). Ai componenti di detta Commissione l’Istituto ha sempre attribuito un gettone di presenza, mentre ai Presidenti veniva riconosciuta un’indennità di carica, stabilita dal Consiglio di Amministrazione con autonomo provvedimento, conformemente alle disposizioni provinciali: recentemente tale compenso era pari a euro 2.400 lordi annui, ben lontano dunque dai massimali stabiliti dalla Provincia».
Una circolare della Provincia del 2015 ha introdotto per la Pubblica Amministrazione il divieto di assegnare incarichi retribuiti a lavoratori dipendenti in quiescenza, secondo quanto disposto dalla legislazione nazionale. Con imbarazzo e dispiacere l’Istituto ha comunicato la cosa alla presidente in carica della Commissione Culturale, Ulrike Kindl la quale ha accettato l’azzeramento dell’indennità, continuando a svolgere “gratuitamente” il proprio incarico dietro il mero rimborso delle spese. Successivamente si appurava tuttavia che una Circolare del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione (2014) escludeva esplicitamente da tale anche “la partecipazione a commissioni consultive e comitati scientifici o tecnici”, fattispecie che ben si applicava al nostro caso. Pertanto, con la norma contestata dalla mozione, il Consiglio Provinciale – su proposta del consigliere ladino Detomas – recepiva (almeno in parte) tale disposizione ministeriale, per evitare di penalizzare il mondo della cultura e della scienza, con effetti irrisori rispetto alla giusta esigenza di evitare nella pubblica amministrazione il cumulo di cariche dirigenziali a personale posto in quiescenza. Ora – conclude l’Istituzione ladina - non si capisce come le norme relative al trattamento dei componenti di una commissione possa rientrare tra “i provvedimenti di carattere generale che riguardano specificatamente la comunità ladina” per i quali è richiesta l’intesa con il Comun General».