Il racconto di Rita ha emozionato
Interesse per la proposta di “Spazio Giovani L’Idea” con gli studenti
CAVALESE. Notevole interesse e partecipazione di studenti ha suscitato la proposta dello “Spazio Giovani L'Idea” sul tema della legalità. Ogni anno, dal 1995, il 21 marzo viene celebrata la "Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie", un'iniziativa voluta, promossa e organizzata da “Libera”, l'associazione fondata e presieduta da don Luigi Ciotti. In Val di Fiemme lo Spazio Giovani L'Idea, come lo scorso anno, ha proposto di celebrare questa giornata sul tema "mafia e legalità" coinvolgendo direttamente gli istituti scolastici locali, essendo la scuola l'ente per antonomasia deputato alla formazione della coscienza civica individuale e collettiva, quindi uno dei luoghi sensibili dove più è opportuno e indispensabile affrontare tematiche come queste. Hanno accolto la proposta de “L'Idea” l'Istituto d'Istruzione “La Rosa Bianca” di Predazzo e la scuola secondaria di primo grado dell'Istituto Comprensivo nelle sedi di Predazzo e Tesero, per un totale di oltre 200 studenti (dalla terza media in su) partecipanti ai momenti di riflessione, approfondimento e dibattito condotti dagli stessi educatori dello Spazio Giovani L'Idea (Marco Mazza, Michele Fontana, Massimo Cristel) e da due volontarie di Libera (Anastasia e Rebecca Sandri).
Al centro degli incontri vi era la toccante storia di Rita Atria, giovanissima studentessa di Partanna (nella Valle del Belice, in provincia di Trapani) morta suicida a soli 17 anni, nell'estate del 1992, dopo essersi ribellata ed aver testimoniato contro il sistema mafioso della propria terra che aveva coinvolto pure la sua famiglia (il padre e il fratello erano esponenti di spicco della malavita locale): una confessione resa al giudice Paolo Borsellino, la cui morte rappresentò per Rita un peso insopportabile, tanto da spingerla all'estremo gesto pochi giorni dopo l'attentato del 19 luglio 1992 in Via D'Amelio a Palermo.
Un'altra esperienza oggetto di riflessione è stata poi la storia dell'associazione "Addio Pizzo" costituita nel 2004 da giovani imprenditori palermitani che hanno deciso di ribellarsi al racket mafioso, sull'esempio dell'imprenditore Libero Grassi ucciso da Cosa Nostra nel 1991 per la sua scelta di libertà. (l.ch.)