Il notaio dai colori ladini
Il personaggio. Alessandro Franco, originario di Sorrento e in Val di Fassa dal 2010, ha trasformato il proprio studio a Vigo con un restyling all’insegna della bandiera di valle: dal grande tavolo ai cuscini. Ma anche la rilegatura degli atti
San giovanni di fassa/sèn jan. Forse alcuni di voi avranno già avuto l’onore di vedere con i propri occhi il nuovo studio del notaio Alessandro Franco a Vigo di Fassa. Da qualche tempo l’intero appartamento ha subito un completo restyling diventando più luminoso grazie al bianco che prevale sull’arredamento, ma soprattutto grazie ai colori della bandiera ladina con i colori verde, bianco e blu. I clienti fassani del notaio Franco, originario di Sorrento e in Val di Fassa dal marzo 2010, hanno notato subito il cambiamento e si sono sentiti orgogliosi del fatto che anche il loro notaio sia orgoglioso e metta in risalto la cultura ladina. I clienti dalla Val di Fiemme, che ogni tanto hanno appuntamenti in Fassa, apprezzano anche loro l’identità che ha assunto l’ufficio.
Autonomia nell’autonomia
«Inizialmente – spiega il notaio Franco – nel 2009 quando mia moglie Francesca Milardi e io siamo venuti Trentino, dovevamo scegliere fra Rovereto e la Val di Fassa. Abbiamo visitato entrambi i posti e fin da subito Fassa ci è molto piaciuta, soprattutto per la presenza di questa forte identità di minoranza che contraddistingue la valle dal resto del territorio. Ci è piaciuta l’autonomia nell’autonomia. Così ci siamo trasferiti qui e ci siamo subito interessati alla lingua ladina. Ho frequentato anche un corso di ladino che però ho interrotto, perché gli orari non combaciavano con il lavoro in ufficio. Ho subito però compreso che il ladino veniva parlato da molti e veniva utilizzato con orgoglio. Così ho iniziato inserendo il messaggio in ladino in segreteria e ho chiesto alle segretarie di rivolgersi al cliente anche in ladino: qui viene molto utilizzato, anche durante la firma degli atti. Ora, tranne qualche piccola parola, lo comprendo tutto. Ho poi fatto i biglietti da visita e il logo con le scritte in italiano in ladino. Sulla porta dello studio di Vigo c’è scritto “notaio”, ma anche “notèr”».
I colori della valle
Poco a poco Franco ha iniziato anche a legarsi alla bandiera ladina: «A giugno 2017, quando ho dato una rinfrescata all’ufficio, ho deciso di inserire di proposito delle bandiere ladine nell’arredamento. All’ingresso e sulla mia scrivania c’è la bandiera e poi tutta una serie di oggetti bianchi, verdi e blu acquistati combinazione. Andando a comprare i cuscini, per esempio li ho trovati bianchi, verdi e blu e li ho presi così. Lo stesso per i portapenne, le sedie e gli oggetti di cancelleria. La cosa più difficile da fare e più originale, è stata la rilegatura degli atti con sul dorso la bandiera ladina. Questo non è stato semplice nemmeno per il rilegatore. Ormai è diventata quasi una collezione».
Le tradizioni
Oltre ad un fatto estetico, il notaio ci tiene a confermare il suo rispetto per la minoranza ladina: «Noto che anche a Sorrento per colpa del turismo a volte la tendenza sia verso l’omologazione della cultura, ma anche lì chi viene da fuori, curioso di ciò che sono le origini e le tradizioni vere di una cultura, approfondisce e studia i luoghi in cui si trova a vivere. È importante mantenere viva e sostenere con orgoglio la cultura ladina». Il notaio Franco ancora non lo parla il ladino, ma chissà che fra qualche anno non si lancerà anche in questa nuova sfida tutta personale.
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